La riforma della giustizia: luci e ombre

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Consigliere Annamaria Fasano, Ufficio del Massimario e del Ruolo, Suprema Corte di Cassazione
Il Governo sta varando la riforma della giustizia, con la finalità di riduzione dei tempi e dimezzamento dell’arretrato. L’eccessiva durata dei processi mina la tutela dei diritti dei cittadini e rappresenta un ostacolo alla crescita del Paese. Le imprese straniere non investono economicamente in un Paese dove la soluzione di eventuali controversie giudiziarie richiede tempi lunghissimi. Sia nel penale che nel civile, la causa delle disfunzioni della giustizia è il numero dei processi e le scarse risorse del sistema giudiziario. Gli addetti ai lavori non possono non rilevare che la motivazione più semplice della disfunzione risiede nel fatto che, in entrambi i casi, chi ha torto ha interesse ad allungarne i tempi.

Per i processi civili chi è tenuto all’adempimento di una obbligazione, di un contratto, al pagamento di un debito, ha certamente interesse a differire il suo obbligo, mentre chi è colpevole di un reato, pur avendo un vantaggio (riduzione di pena) a confessare subito, spera nella prescrizione o addirittura in un eventuale indulto o nell’amnistia (se ne sente parlare). Nonostante le evidenti criticità, che saranno oggetto di approfondimento nell’ambito di questa rubrica, si segnalano le proposte del Guardasigilli attualmente all’esame del Consiglio dei Ministri.

1. Un decreto legge per un processo civile più veloce che prevede, ad esempio, l’introduzione dell’istituto della negoziazione assistita, ossia la conciliazione con l’assistenza di un avvocato e, novità in materia di arbitrato, separazione e divorzio, compensazione delle spese di lite, rito sommario e procedimento esecutivo; 2. Un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, con certezza di rivalsa dello Stato nei confronti del magistrato ritenuto colpevole ed il coordinamento con la responsabilità disciplinare; 3. Un disegno di legge delega con la finalità di migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia, dando rilievo alla competenza del tribunale delle imprese, istituendo sezioni specializzate per la famiglia e la persona, riformando la disciplina delle fasi di trattazione e di rimessione della decisione; 4. Un disegno di legge delega per la riforma della magistratura onoraria e i giudici di pace, che prevede la predisposizione di uno statuto unico, attribuendo a queste figure le medesime competenze e collocandoli all’interno del medesimo ufficio, rappresentato dall’attuale articolazione giudiziaria del giudice di pace; 5. Un disegno di legge recante modifiche al diritto penale, che investe anche il sistema processuale, per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi, coinvolgendo anche l’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena; 6. Un disegno di legge concernente le misure volte a rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti, con un intervento legislativo sul reato di “falso in bilancio”, tendente a recuperare l’effettività repressiva; 7. Un disegno di legge per la riforma del Libro XI del codice di procedura penale con lo scopo di valorizzare i rapporti tra gli Stati dell’Unione europea, la celerità dei rapporti tra le autorità giudiziarie competenti per l’esecuzione delle rogatorie, con il superamento del vaglio preventivo della Corte di Cassazione sulla competenza, che provoca attualmente un rallentamento della procedura.

Mi permetto solo di dire che sullo sfondo di questo momento di cambiamenti è doveroso riflettere sulla necessità di assicurare al giudice il rispetto della funzione di custode della legalità, per fortificarne il ruolo e la sua terzietà, perché il suo decidere possa corrispondere alla credibilità dello Stato.