La funambola legge di stabilità cammina a piedi nudi sul filo

Quando si apre un uovo si è colti da stupore e da gioia per aver ricevuto un dono ma la incontenibile curiosità è tutta per la sorpresa, vera protagonista. Sarà così anche per la nuova legge di stabilità? La sorpresa di questa legge sembra nascosta nelle Regioni. Questo patto di stabilità ha rivelato abilità circensi o miracolanti del nostro governo che si propone come innovativo e unico, asserendo che nella storia della politica non si era mai visto un taglio di forbici così netto. Alto da record però, si presenta anche il nostro tasso di disoccupazione e detiene il primato su tutti i paesi europei.

Un trentenne su due vive in casa con i genitori e una famiglia su quattro “tira avanti” con una sola pensione. Nuovi poveri, ecco la novità certificata dagli ultimi dati Istat. I termini che ha usato Renzi non sono così nuovi per gli italiani e una volta erano funzionali e sicure tecniche di strategia di marketing & management . Oggi queste parole creano irritazione, delusione e frustrazione. Spero vivamente che questa manovra dia una svolta positiva ma mi si permetta di dire che nutro notevole scetticismo quando si elencano solo i fattori positivi e si celano sottilmente i rischi e i pericoli. I giuristi la chiamano “pubblicità ingannevole”. Da venti anni a questa parte nessun taglio è stato tale, le spese hanno solo cambiato nome  e indirizzo ma mai il mittente e il contenuto in cifre.

Ora, il ping pong si gioca in una partita tra amministrazioni centrali e locali. Nei corridoi degli ospedali si chiacchiera sui tagli alla sanità; i comuni, senza menzionare quelli che hanno “l’acqua in gola” nel senso letterale del termine, a seguito delle alluvioni, sono sul lastrico; le Regioni faranno la parte del cattivo (come nel famosissimo film di Sergio Leone) recuperando le briciole che ci ha risparmiato il governo. Il Tfr nelle buste paga, privando di liquidità gli imprenditori non costituisce un aiuto atto a creare posti di lavoro; si poteva attuare semmai una manovra che permettesse loro la disponibilità solo per investimenti utili alla crescita aziendale.

E non sempre l’evasione è un furto se il fisco si traveste da strozzino istigando alla mancanza di dichiarazione, gli esercenti soffocati dalle spese. Basti guardare ai paesi che non hanno questo intoppo per capire un po’ di numeri. Ognuno si assuma le sue responsabilità. Adesso camminiamo su un filo sottile sperando di tenerci in equilibrio e auspichiamo risultati positivi ma non chiedeteci di stringere i denti ancora una volta e certo non di farvi i complimenti. Ogni saggio coltivatore, dopo la semina, aspetta pazientemente il raccolto prima di fare festa.