LA CARICA DEI 70.000 BIMBI SENZA VACANZE

Guardare negli occhi un bambino che cerca la “sua” vacanza per evadere dalla routine di tutti i giorni, quando non si hanno soldi a sufficienza, è già un’impresa che fa star male. Ma se la quotidianità è fatta di povertà, stenti, preoccupazioni, allora non poter regalare un momento di serenità ai più piccoli diventa molto pesante per l’animo di un genitore.

In questa condizione ci sono decine di migliaia di famiglie, e il numero – a causa della recessione che ha colpito l’Europa ormai da circa un decennio – sta continuando a crescere. Ecco perché c’è chi ha pensato a una grande iniziativa proprio per questo specifico problema. Obiettivo: regalare una vacanza ai bambini che non possono permettersela. L’ha realizzato un’associazione francese, “Secours Populaire”, che in occasione dei suoi 70 anni di vita ha offerto una vacanza a ben 70.000 bambini provenienti da 70 Paesi diversi.

Un giorno di divertimento a Parigi, presso il Champ de Mars, con una caccia al tesoro nel centro, una passeggiata tra i monumenti e un picnic sotto la Tour Eiffel come gran finale di una settimana di distrazione, passata in diverse strutture francesi definite “villaggi amici”. L’associazione organizza ogni anno iniziative e una grande giornata parigina per i cosiddetti “dimenticati delle vacanze”, ma per i 70 anni ha voluto aprirsi al mondo, invitando anche minori di altri Paesi europei, africani e asiatici.  Uno schiaffo all’indifferenza generale con la quale troppo spesso si guarda alle loro esigenze. Tra gli invitati ci sono stati anche sette italiani, che prima di arrivare a Parigi hanno trascorso una settimana nel villaggio ‘Amici del mondo’ in Alta Savoia, sulle montagne tra Italia, Francia e Svizzera.

Secours Populaire ha una concezione originale della solidarietà: si tratta di un rapporto tra pari, in cui la persona assistita è invitata a partecipare, per riconquistare la fiducia e trovare il suo posto nella società. Punta enormemente sul volontariato, perché offre e riceve aiuti da chiunque, indipendentemente dall’età, disponibilità, ubicazione e competenze. Si torna così alla solidarietà genuina, che passa per le piccole cose. Quei gesti che ormai abbiamo dimenticato, presi come siamo dal vortice della vita e dai problemi personali.

Secours Populaire nasce verso la fine degli anni ’50, quando – dopo la guerra – l’idea di solidarietà si fa strada. Nel 1959, aiuta le vittime del crollo Malpasset, diga vicino Frejus, e quelli del terremoto di Agadir in Marocco nel 1960. Poi sta ancora vicino ai bambini degli scioperanti durante la lotta dei minatori tra il 1963 e il 1968. Insomma, una storia di attenzione ai più piccoli.

E proprio loro, prima di ripartire, fanno l’ultimo selfie. Non c’è dubbio che gli eventi vissuti questo  agosto rimarranno a lungo impressi nella memoria. E molti di loro, una volta adulti, daranno una spinta enorme per globalizzare la solidarietà. Ce ne sarà sempre più bisogno…