“La buona scuola” di Renzi? Per la Cgil non è così. E si annunciano mobilitazioni

[cml_media_alt id='2366']school[/cml_media_alt] La buona scuola di Renzi, come già affermato da molti, è un programma particolarmente ambizioso. Quella che il Premier ha intenzione di rendere operativa in mille giorni è la sintesi di tutto ciò che il Belpaese non è è mai riuscito a portare a termine sul fronte istruzione. Ma i sindacati non risparmiano critiche, e se da un lato mostrano gradimento per alcune delle misure illustrate sul sito passodopopasso.italia.it, dall’altro portano in superficie quello che a loro avviso proprio non va.

Il primo fronte è quello di Gilda e Cgil, che bocciano senza remore la sospensione degli scatti di anzianità e l’introduzione del criterio del merito, che prevede per i più bravi, ogni tre anni, un aumento di 60 euro netti nello stipendio. “Gli scatti di anzianità esistono parzialmente anche in Europa- si legge in una nota di Pantaleo (Cgil scuola) – perché abolirli legando gli avanzamenti dello stipendio soltanto al merito?” E poi “Chi valuterà i professori per decidere quali meritano lo scatto? E perché il premio sarà destinato soltanto al 66% dei professori? E se, poniamo, quelli più bravi sono l’80%? Il nuovo sistema è non solo totalmente sbagliato, ma per il momento caotico e bisognoso di molti chiarimenti. Soprattutto, il documento non tiene conto che questi cambiamenti epocali vanno fatti nel contratto nazionale”. Nel mirino del sindacato della Camusso ci vanno a finire pure gli investimenti dei privati nelle scuole, mentre Gilda ritiene sbagliato il diretto coinvolgimento degli alunni nella creazione del programma scolastico: “I programmi vanno redatti a livello nazionale e non in base alle preferenze degli alunni”.

Poi è stata aperta un’ulteriore questione, probabilmente la più importante e che viene prima della fase “strutturale”: quella delle risorse. Si sono chiesti dove Renzi prenderà i soldi sia la Cgil, affermando che “le linee guida recepiscono le nostre rivendicazioni storiche, e per questo vogliamo essere certi che questo avvenga”, sia Forza Italia, che con mediatore Brunetta, in un tweet, si è dichiarata curiosa di “sapere costi, coperture e modalità di assunzione di 150.000 precari scuola a settembre 2015. Non servono 136 pagine – continua il cinguettio del Capogruppo FI alla Camera – basta un tweet”.
Che queste assunzioni avvengano realmente se lo augurano tutti. Anief ricorda che se ciò accadesse sarebbe una “svolta”, perché il 90% delle graduatorie ad esaurimento si svuoterebbe. E gli unici a tagliare corto sono i Cobas: “Quelle di Renzi sono promesse fumose e mirabolanti”, affermano in una nota. Intanto, le sigle studentesche cominciano a mostrare insoddisfazione soprattutto per il fatto che le riforme non includano l’università, e l’Uds (Unione degli Studenti), sta organizzando un blitz davanti alla sede del ministero di Viale Trastevere. Già in programma uno sciopero per il 10 novembre e una manifestazione per il 14 novembre.