Kenya, il singolare ed emozionante incontro con le giraffe bianche

Quanto avvenuto nella riserva Ishaqbini Hirola Conservacy della contea di Garissa, in Kenya, è qualcosa di assolutamente unico e straordinario. Mai, nella storia dei reportage naturalistici, era stato possibile trovarsi faccia a faccia con due esemplari di rare quanto magnifiche giraffe bianche e avere la fortuna di documentare il tutto con un filmato. Un’esperienza decisamente fuori del comune, quella avvenuta nella zona dello Tsavo est, dove sono apparsi dalla boscaglia i due bellissimi mammiferi. Entrambi non presentavano il caratteristico manto chiazzato tipico della loro specie (nella zona circola perlopiù la giraffa reticolata) ma una livrea completamente candida che, a un primo sguardo, potrebbe far pensare ai tratti somatici dell’albinismo. Niente di tutto questo: secondo quanto spiegato da alcuni studiosi, le giraffe soffrono di una particolarità genetica chiamata leucismo.

Le giraffe e il leucismo

A differenza dell’albinismo, causato essenzialmente dall’assenza di melanina, il leucismo deriva da un gene recessivo che, in sostanza, porta a un deficit di tirosinasi (o monofenolo), un enzima necessario per la sintesi della melanina che, in questo modo, non si manifesta in modo completo. Altra caratteristica che differenzia le due patologie, risulta il mantenimento dei colori dell’iride, cosa che non avviene nell’albinismo e che rende il leucismo, di fatto, una sorta di patologia incompleta. Addirittura, secondo quanto osservato dagli scienziati, gli animali affetti da tale particolarità genetica risulterebbero leggermente più resistenti al calore e, al contrario degli albini, non sono fotosensibili.

Nel santuario del damalisco

I due esemplari, madre e cucciolo, sono stati osservati all’interno di una riserva destinata alla conservazione del rarissimo (e a fortissimo rischio d’estinzione) damalisco di Hunter, noto anche come hirola, antilope presente (allo stato selvaggio) esclusivamente in questa zona dell’Africa, compresa fra il fiume Tana e lo Jubia, al confine tra Kenya e Somalia. I numerosi avvistamenti susseguitisi nel tempo da parte dei residenti, hanno portato alcuni di loro a rintracciare e filmare gli animali che, secondo quanto riferito, sono apparsi estremamente mansueti e per nulla infastiditi dagli esseri umani.