Isis, una miniera d’oro. Sul piatto un budget da 2 miliardi di dollari

L’approvazione di un saldo di bilancio di solito è un’operazione contabile riservata a delle società o a delle imprese. Il fatto che a farlo sia un’organizzazione terroristica come l’Isis fa preoccupare il mondo intero. Sono apparse oggi sul sito web del giornale Al Araby al Jadeed le dichiarazioni del leader religioso dello Stato Islamico Abu Saad al Ansari. Il “Daech” – acronimo arabo con cui viene definito l’Isis – ha approvato per il 2015 un budget di 2 miliardi di dollari, con un’eccedenza di 250 milioni di dollari, cioè un saldo di bilancio pari a +12,5%.

Il leader dell’autoproclamato “Califfo” ha tenuto a precisare che i fondi serviranno per pagare i salari dei combattenti, le sovvenzioni per i poveri, le vedove, gli handicappati e le vittime dei bombardamenti aerei. L’eccedenza del budget invece verrà utilizzata per finanziare “lo sforzo” bellico, e il tutto, grazie al sostegno di una banca islamica. A chiarire da dove provengono i fondi dell’organizzazione terroristica è Newsweek (una testata giornalistica americana), che gli introiti arrivano da rapine nelle banche delle grandi città irachene, dal contrabbando del petrolio (che ammonterebbe a circa un milione di dollari al giorno), dai saccheggi dei nuovi territori conquistati, di riscatti dei rapimenti e da alcune donazioni provenienti dal Golfo.

Sempre secondo l’organo di stampa americana, che nel mese di novembre ha svolto un’inchiesta sugli affari del Califatto, è stato stimato che gli introiti di Ansari e dei suoi seguaci ammonterebbero a circa 6 milioni di dollari al giorno. Insomma si parla di cifre che fanno pensare all’Isis più come una multinazionale che ad un’organizzazione terroristica.