Internet tra legalità e abusi

Lo scrigno dei tesori da sottrarre alle tasse non è più nei paradisi fiscali noti sulla terra, i nuovi luoghi di fuga sono in rete, ma forse è una mezza verità. Al prossimo G20, l’OCSE prepara un pacchetto di norme che regolamenteranno il sistema fiscale internazionale del web. Internet quando ancora non sapevamo come funzionasse realmente è stata patria dei geniali cervelli come il fondatore di Napster che avevano reso il web una libera piattaforma per scambiare, interagire, produrre senza essere strangolati dalle macchine burocratiche e dai controlli. Ma non vi era un intento all’illegalità, semmai una ideologia molto simile a quella della CEE con cui si aprivano le porte al libero scambio di merci. La banca dati si è presto trasformata in una banca monetaria, capace di fare girare informazioni e si è dovuto restringere il campo di azione dei colossi della rete. Ora ogni governo sta combattendo una battaglia all’ultimo file con i maggiori colossi hi-tech, addirittura il ministro di giustizia tedesco ha l’ardire di chiedere a Google di “svelare”  l’algoritmo di indicizzazione del motore di ricerca numero uno al mondo. La domanda è stata rispedita al mittente. Google dichiara che collaborerà ai provvedimenti tesi a regolamentare il nuovo sistema fiscale internazionale. Ma una cosa è rispettare le regole del gioco, un’altra svelare il segreto delle proprie ricette. La Germania-piovra vuole allungare i suoi tentacoli ovunque. Ma non solo lei. Sembra di vivere in un mondo libero ma in realtà non è così. I governi hanno trasformato ogni azione e attività intesa a produrre o creare cose o idee in una potenziale risorsa di denaro con il risultato che chi si sottrae a questo sistema diventa evasore. Saremo liberi solo nelle nostre case e tra un po’ neppure in quelle, di fare qualcosa senza dover pagare una tassa? Ma un limite alle tasse non esiste? Se invertissimo l’ordine degli addendi, ci sentiremmo privati al punto che sostituiremmo alla parola “tassa” quella di “furto”. Il film che, nelle sale dei cinema italiani in questi giorni, ricalca le utopie di un visionario secondo cui tutto, persino le emozioni e le strette di mano, devono essere controllate e dosate sembra pian piano materializzarsi.