IL SINODO CHE FA DIVORZIARE I CARDINALI

Il sorriso di Bergoglio che affascina le folle a volte si spegne all’interno dei corridoi vaticani; le sue aperture, infatti, hanno provocato malumori e una fronda limitata per ora dal grande potere mediatico e dal planetario consenso popolare che il Santo Padre ha nelle sue mani. La spinta rivoluzionaria verso una Chiesa che esca nuovamente in mezzo alla gente, la sua idea di accoglienza nei confronti di chi ha sbagliato, l’allontanamento da certi simboli del potere – dalla scelta di non portare la croce d’oro a quella di abitare a Santa Marta, l’ex lazzaretto per i malati di colera – sono più di meri segni esteriori. Rappresentano un cambio radicale nella concezione della dottrina.

[cml_media_alt id='10326']Vaticano, Papa Francesco incontra seminaristi e novizi[/cml_media_alt]E il dibattito aperto sui divorziati risposati, per rispondere in modo chiaro, coerente e credibile alle sfide odierne che ruotano attorno alla famiglia in ogni latitudine del pianeta ricomponendo l’enorme frattura che si è venuta a creare tra la concezione cattolica del matrimonio e la pratica dei fedeli, è una delle sfide più ardue. Un caso spinoso per milioni di persone, un vulnus in discussione a qualunque latitudine. Ma se della frattura tra la Chiesa e la vita ordinaria dei fedeli si parla apertamente, poco si sa della tensioni che invece ci sono all’interno della Curia.

Non è una cosa da poco. Il motivo del contendere – sul quale si innestano peraltro anche malumori di tipo caratteriale e di posizionamento all’interno delle alte sfere vaticane – riguarda l’essenza stessa del cattolicesimo: l’eucarestia. Su questo si innesta l’apertura di Bergoglio – che ora è all’attenzione del Sinodo – rispetto alle teorie del cardinal Walter Kasper esplicitate nella relazione di apertura del concistoro del febbraio 2014; davanti a tutti i cardinali Kasper aveva ipotizzato, caso per caso e a determinate condizioni, la possibilità di riammettere i divorziati risposati alla comunione. Il fuoco di fila conservatore dentro la Chiesa è diventato evidente in un saggio – “Permanere nella Verità di Cristo” – firmato dal cardinal Gerhard Ludwig Muller (alla guida dell’ex Santo Uffizio dal 2012) insieme ad altri quattro porporati: Raymond Leo Burke (prefetto della Segnatura apostolica), gli emeriti Waltyer Brandmuller e Velasio De Paolis, e l’italiano Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna.

Proprio quest’ultimo, però, si è affrettato a chiarire – proprio ora, durante il Sinodo – che “è calunnioso dire che sono contro il Papa, Avrei avuto più piacere che si dicesse che l’arcivescovo di Bologna ha un amante piuttosto che dicesse che ha un pensiero contrario a quello del Papa”. La questione però rimane: “Il Papa non ha mai parlato di questo – ha detto ancora Caffarra alle agenzie di stampa – ma quando ha parlato ha chiesto un dibattito. E il dibattito è vero se tutte le voci possono parlare”.

In quel “tutte le voci” non ci sono solo i nomi dei 5 porporati firmatari del saggio. Ci sono anche le posizioni espresse dal cardinal Angelo Scola così come quelle del “ministro dell’Economia” vaticano, George Pell, tutte sostanzialmente contrarie alle aperture fatte da Kasper. Gli schieramenti del Sinodo sono oggi chiari: da un lato il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger, Gerhard Ludwig Müller, contrario a qualsiasi tipo di apertura verso i divorziati risposati. Dall’altro il presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, Walter.

Alle diatribe tra cardinali Bergoglio ha risposto ricordando che “la storia della Chiesa non ci racconta forse di tante situazioni analoghe, che i nostri padri hanno saputo superare con ostinata pazienza e creatività?”. Il Papa dunque non mostra particolare apprensione, almeno pubblicamente; ma i suoi cambiamenti presso le diverse Conferenze episcopali, nello Ior, nella prassi e ora anche le nuove discussioni sulla dottrina rappresentano uno schiaffo a una certa ortodossia che vuole restare una, immobile, immutabile ed eterna.