IL SEGRETO DELL’ELISIR ITALIANO

Nelle settimane scorse, Bloomberg (nota azienda leader, a livello mondiale, nel settore della comunicazione) ha stilato una classifica riguardante i Paesi più “sani” della Terra al fine di individuare quelli più salubri e quelli posti, invece, nelle ultime posizioni.
Il dato più clamoroso è relativo alla nazione in cima alla classifica mondiale: l’Italia. Proprio così, il Paese tanto bistrattato, soprattutto da chi vi risiede, svetta in questa particolare graduatoria.

Opportunità

Vale la pena, quindi, sottolineare, con sano ottimismo, la presenza di una notizia positiva riguardante la nostra penisola giunta un po’ a sorpresa: nessuno avrebbe immaginato un exploit del genere. Al Belpaese, che primeggia al mondo per arte, storia, alimentazione e moda, occorre aggiungere, a questo punto, un ulteriore qualità. La buona nuova dovrebbe far riflettere gli italiani e, al tempo stesso, i turisti stranieri. A più ampio spettro, il dato potrebbe anche solleticare quegli investitori ancora titubanti quando sentono parlare di Italia. Non sarebbe un danno, in sostanza, se la presa d’atto di questo elemento concorresse a un parziale rilancio dell’immagine e dell’economia nostrana.

La posizione ottenuta in questo ranking è tanto più positiva se posta a confronto con le criticità che, in ogni caso, sussistono in Italia, a cominciare dalle problematiche economiche, connesse strettamente con quelle relative all’occupazione. Altre difficoltà (di grande rilievo, in più, se considerate in un contesto volto a qualificare il viver sano) sono quelle inerenti la salute, il sistema sanitario, la qualità dell’ambiente e la sicurezza.

Lo studio

La ricerca, denominata “Bloomberg Global Health Index”, ha coinvolto oltre 160 nazioni e ha incentrato l’attenzione sulla durata della vita e le cause di morte. Fra queste, nonostante l’alto numero di decessi per cause cardiache e psichiche, l’Italia riesce a superare alcuni Paesi notoriamente considerati come “paradisi”: Svizzera, Svezia e Giappone.

Al secondo posto c’è Islanda mentre la Svizzera è “soltanto” terza. Nella classifica spiccano il 16° posto della Germania e il 34° degli Stati Uniti; la Grecia (20°) ottiene un piazzamento migliore rispetto anche al Regno Unito (23°); sorprende il deludente 28° posto della Danimarca. Per approfondire, si può consultare il rapporto in cui Bloomberg sottolinea alcuni aspetti rilevanti. In Italia, l’aspettativa di raggiungere gli 80 anni è molto elevata, mentre, 2.800 miglia più a Sud, in Sierra Leone, la vita media si attesta solo a 52 anni.

Paradosso

La stessa azienda evidenzia il paradosso italiano: una nazione in cui si vive bene e tanto deve ancora confrontarsi con un elevato tasso di disoccupazione e un debito pubblico alle stelle.

Grande merito viene riconosciuto alla nostra dieta mediterranea, al grande consumo di verdure e di olio extravergine di oliva. Secondo Tom Kenyon, medico e presidente di Project Hope (associazione umanitaria e sanitaria internazionale), lo Stivale vanterebbe anche un altro particolare primato: quello della presenza di medici, giudicati addirittura “in eccesso” (testualmente “an excess of doctors”). Kenyon avvalora la tesi con il fatto che in Italia ci sia perfino una serie televisiva di grande successo dal titolo “Un medico in famiglia”.

Dati contrastanti

Questa ipotesi, tuttavia, mal si coniuga con un rapporto dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dello scorso anno, in base al quale in Italia ci sono 4 medici (per la precisione 3,9) ogni 1000 abitanti. Dato che ci colloca al quinto posto in Europa. Permangono alcune perplessità. Un altro studio recente, il rapporto 2016 di Osservasalute (Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane), ha posto, per esempio, l’accento su una diminuzione dell’aspettativa di vita, su un aumento di suicidi e di consumo di antidepressivi.

La riflessione

In base ai criteri individuati da Bloomberg, l’Italia primeggia come una sorta di laboratorio di lunga vita nonostante tutte le difficoltà esistenti che non sfuggono alla percezione del comune cittadino. Può davvero la dieta mediterranea (peraltro posta quotidianamente a rischio da nuove abitudini alimentari non proprio impeccabili) essere così determinante? Verdure e olio di oliva riescono davvero a contrastare uno stile di vita minato da insicurezza psicologica (depressione, ansia e suicidi) e fisica (decessi per inquinamento e per incidenti sul lavoro, entrambi in aumento), in un contesto di crisi economica, disoccupazione e disservizi? E’, dunque, vera gloria? E’ giusto tirarsi su il morale con gli studi di Bloomberg ma è anche il caso di non cullarsi sul risultato raggiunto, bensì continuare a prefiggersi un freno e una regressione alle diverse e serie problematiche italiane.