IL RITORNO DELLA PESTE BUBBONICA

Tutto ha avuto inizio con focolaio registrato nello Utah orientale, che ha ucciso un’ottantina di cani della prateria. Un altro ha aggredito la California, il particolare lo Yosemite National Park, e ha fatto strage di scoiattoli grigi. Erano i primi allarmi di una situazione che sta cominciando a diventare preoccupante. Molto.

Dodici infatti sono i casi che hanno riguardato esseri umani, e quattro già i decessi accertati. Se è presto per parlare di epidemia, le autorità comunque mettano in guardia. D’altronde l’incremento dell’infezione è stato del 266 per cento in soli tre mesi rispetto alla media annua. E come se non bastasse nello Utah erano almeno 35 anni – afferma Charla Haley, membro del Dipartimento della Salute – che non si verificava un decesso. Uno schiaffo a chi pensa che con la ricerca e la tecnologia l’uomo sia capace di tenere sotto controllo persino l’evoluzione delle malattie; che, in sostanza, possa governare i processi della natura.

peste3Ciò che spaventa oggi è l’aggressività del batterio, che ha già fatto capolino in Colorado, Arizona, Nuovo Messico, California e Oregon. Normalmente con una terapia antibiotica si riesce a stroncare la malattia, ma stavolta non è bastata. Fa pensare anche la diversa età delle vittime, che va dai 16 anni ai 79. La Morte Nera, come veniva chiama nel Medioevo, non fa differenza dunque tra giovani e anziani, tanto da indurre ad evocare scenari drammatici come quelli dell’Inghilterra nel 1665, che provocò tra le 75.000 e le 100.000 vittime, vale a dire più di un quinto dell’intera popolazione di Londra. Nulla comunque rispetto ai milioni di persone uccise dall’epidemia che tra 1347 ed il 1353 colpì l’Europa.

peste2La peste è causata da un batterio, Yersinia pestis, che circola nei roditori selvatici e le loro pulci. Si può essere trasmessa agli esseri umani se sono morsi da pulci, o attraverso il contatto con altri animali o esseri umani infettati. Per questo il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) ha avvertito la popolazione su quali siano i sintomi della peste: febbre, dolori addominali e vomito, gonfiori dei linfonodi sotto l’ascella, collo e inguine. Poi i consigli di rito alle persone nelle zone in cui la peste è stata segnalata: “Portare i pantaloni lunghi, quando possibile e usare repellenti per insetti su abbigliamento e pelle”, così come “evitare il contatto diretto con gli animali malati o morti e mai da mangiare scoiattoli, scoiattoli, o altri roditori”.

E se è vero che la peste del 1600 sia arrivata in Inghilterra tramite navi da commercio olandesi che trasportavano cotone da Amsterdam, l’attuale globalizzazione rende certamente più probabile il contagio. Ecco perché i camping in California sono stati chiusi (sia la Foresta Nazionale di Stanislaus, poi il campeggio a Crane Flat così come il campeggio Yosemite) e i turisti che vi avevano soggiornato invitati a fare scrupolosi controlli.

Come sempre si sono sviluppate anche teorie complottiste, per le quali il batterio della peste bubbonica potrebbe essere sfuggito – o addirittura usato – da laboratori che su questo fanno sperimentazione. Ovviamente non esiste alcuna conferma ufficiale, e le autorità tendono a tranquillizzare l’opinione pubblica (il dottor Paul Med, del Cdc, ha detto che “i morti accertati non sono necessariamente un motivo di allarme”. Non necessariamente, dunque non lo si esclude. La profilassi prosegue, il servizio sanitario cerca di monitorare i contagi, la mappatura dell’area è costante. E lo spettro che il mondo torni al Medioevo, tra guerre di religione ed epidemie, sembra essere sempre più concreto.