IL MISTERO DELLE “LACRIME DI SAN LORENZO”

E’ una tradizione consolidata quella di alzare gli occhi al cielo la notte del 10 agosto, per scrutare la volta celeste alla ricerca di stelle cadenti alle quali affidare i nostri desideri e le nostre speranze. Più che stelle si tratta di uno sciame di meteoriti, denominate Perseidi, che altro non sono che i detriti lasciati dal passaggio della cometa Swift-Tuttle, transitata vicino alla Terra nel 1992. Il suo prossimo incontro con il nostro pianeta è previsto per il 2126, quando, secondo le previsioni sarà visibile anche ad occhio nudo. Singolare la coincidenza di questo fenomeno astronomico con la festività religiosa di San Lorenzo, tanto da portarne il nome. Infatti, questa pioggia di meteoriti è conosciuto anche col nome di “lacrime di San Lorenzo”. Ma qual è il collegamento tra il martire romano e le Perseidi?

Lorenzo, testimone fedele del Vangelo

Il martirologio romano così descrive la giornata liturgica del 10 agosto: “Festa di San Lorenzo, diacono e martire, che, desideroso, come riferisce san Leone Magno, di condividere la sorte di papa Sisto anche nel martirio, avuto l’ordine di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò al tiranno, prendendosene gioco, i poveri, che aveva nutrito e sfamato con dei beni elemosinati. Tre giorni dopo vinse le fiamme per la fede in Cristo e in onore del suo trionfo migrarono in cielo anche gli strumenti del martirio. Il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero del Verano, poi insignito del suo nome”. In realtà della sua vita sappiamo veramente poco, se non pochi aneddoti. Di certo c’è che Lorenzo “morì per Cristo”, probabilmente sotto l’imperatore Valeriano, probabilmente per mezzo del supplizio della graticola, su cui sarebbe stato steso e bruciato, nel lontano 258 d.C. Una coincidenza che ha spinto la tradizione a leggere in queste stelle le lacrime versate dal diacono durante il suo martirio. Esse vagherebbero nei cieli, scendendo sulla Terra ogni 10 agosto a ricordo della sua morte. Da qui la credenza popolare secondo cui tutti quelli che pregano il Santo guardando le sue “lacrime” potranno veder realizzato un desiderio.

Le Perseidi

La Swift-Tuttle è una cometa non pericolosa per il nostro pianeta, benché molto grande: misura un diametro di quasi 10 chilometri. Per fare un paragone, misura all’incirca quanto il corpo celeste che oltre 65 milioni di anni fa impattò con la Terra estinguendo i dinosauri e provocando un inverno nucleare lungo secoli. Il nome di questo sciame meteoritico è dovuto alle sue scie: esse, infatti, sembrano provenire tutte dallo stesso quadrante della volta celeste, in questo caso la costellazione di Perseo. In realtà, per convenzione, ogni sciame prende il nome dalla costellazione da cui i meteoriti sembrano arrivare. Tali rocce spaziali viaggiano a circa 214.365 chilometri orari nel momento in cui impattano con l’atmosfera terrestre. L’attrito dà origine a code luminose (possono raggiungere i 20 chilometri di lunghezza), visibili anche ad occhio nudo nel limpido cielo estivo, quando sono a circa 97 chilometri dal suolo. Di solito, quelle delle Perseidi a contatto con la nostra atmosfera diventano grandi quanto un granello di sabbia, raramente rocce più grandi sopravvivono all’impatto fino a toccare terra.

Come osservarle

Cosa fare per osservare al meglio le “lacrime di San Lorenzo”? In primis, è necessario fuggire dalla luce. E’ importante posizionarsi in zone dove non vi siano palazzi o altri elementi che provocano interferenze con il cielo, in quanto i meteoriti possono arrivare da qualunque direzione. Si consiglia di sdraiarsi, invece che sedersi, non solo per stare più comodi ma anche per aver sotto controllo una maggiore porzione di volta celeste. Quando si osserva l’universo è necessario armarsi soprattutto di pazienza: l’occhio umano impiega fino a mezz’ora per abituarsi al buio e a captare al meglio ciò che accade nella notte. E’ sconsigliato portarsi dietro cannocchiali, telescopi o binocoli: essi permettono di osservare solo una piccola porzione di cielo riducendo le probabilità di vedere una meteora. Meglio lasciare liberi gli occhi di muoversi in ogni direzione, magari controllando spesso il settore nord-est della volta celeste, zona dalla quale esse arrivano. Infine, abbandonate gli smartphone: la loro luce disturba la visione notturna anche di chi vi è accanto, inoltre gli occhi dovranno poi riabituarsi al buio. Per una notte mettete da parte notifiche e messaggi Whatsapp e godetevi uno degli spettacoli più belli che la natura ci regala.