Il malaffare c’è anche nei piccoli comuni

Gentilissimo sig. Giacovazzo, leggo spesso i vostri articoli, anche se “in Terris” mi è arrivato da poco tempo. Sono d’accordo con quanto lei riporta nel suo articolo e credo che abbia ragione. Però vorrei invitarla a considerare anche tutto ciò che avviene nei comuni, anche i piccoli. Perché dico questo? Perché la “mafia”, ma io gli chiamerei “i ladri”, sono radicati anche nelle piccole entità istituzionali come i comuni dai tre ai dieci mila abitanti.

Io abito in un comune di circa 10 .000 persone, governato ininterrottamente da oltre 70 anni dalla sinistra, con tutte le sue trasformazioni e sigle varie; non le dico tutti gli “scandali” ma l’ultimo è veramente una chicca, c’è un ammanco di ben 32 milioni di euro, con tanto di costruzioni in regime di abusivismo edilizio (da parte del comune stesso che non rispetta neanche se stesso, (altro che Roma).

Qui tutti lo sanno, eppure tutto è fermo, tutto sotto silenzio,io questo non lo capisco proprio, certe volte mi chiedo: dove sto vivendo da 65 anni? Possibile, io che non sono nessuno vedo tutto ciò e gli altri (istituzioni comprese) niente? Chiedo: è ancora giusto interessarsi delle ruberie di chichessia? A me pare di no perché tutto ciò mi provoca solo rabbia e depressione; se poi penso ai 9 milioni di disoccupati, come anche lei ha rilevato, la cosa ,o meglio l’indifferenza mi spaventa proprio. Non aggiungo altro, perché lei è al corrente di quanto avviene nella nostra amata Italia, purtroppo.