IL GIALLO DEI VACCINI

Due correnti di pensiero opposte da anni si fanno battaglia. I dati parlano chiaro: sono sempre meno i bambini vaccinati in Italia. Secondo recenti stime a subire un calo drastico sono state le profilassi contro il morbillo e la rosolia, scese ben sotto la soglia del 95%, limite minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta immunità della popolazione. Secondo l’agenzia dell’Onu, infatti, se almeno il 95% della popolazione è vaccinato, indirettamente si proteggono tutti coloro che, per motivi di salute, non possono sottoporsi al trattamento.

Il progressivo calo di vaccinazioni, invece, potrebbe provocare pericolosi focolai epidemici di malattie attualmente sotto controllo o, nel peggiore dei casi, determinare la ricomparsa di patologie non più circolanti nel nostro Paese. Una questione sulla quale pochi giorni fa è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che con le sue parole ha lasciato poco spazio ai dubbi: “Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, ad esempio, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni, prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati”. Il capo dello Stato ha poi rincarato che sulla salute pubblica “occorre essere rigorosi e usare fermezza quando la scelta tocca direttamente la vita di un bambino come di qualunque persona e comporta conseguenze per la condizione di salute dell’intera società”.

A tal proposito l’Oms ricorda che in molti casi sono state proprio le vaccinazioni a scongiurare il diffondersi di pericolose epidemie. Stando ai dati del Ministero della Salute, nel 2015 la copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Haemophilus influenzae, è stata del 93,4% (94,7%, 95,7%, 96,1 rispettivamente nel 2014, 2013 e 2012). Sebbene esistano importanti differenze tra le regioni, solo 6 riescono a superare la soglia del 95% per la vaccinazione anti-polio (Basilicata, Abruzzo, Lazio, Calabria, Piemonte e Sardegna), mentre 11 sono addirittura sotto il 94%.

La causa di questo drastico calo è da ricercare nel timore, inculcato nei genitori, che i vaccini possano provocare altre gravi malattie quali l’autismo. “Sto facendo una strenua battaglia per evitare che la gente crei rapporti di connessione tra vaccino e autismo e posso parlare per esperienza personale. L’autismo è un problema del neuro sviluppo”. A parlare è Gianluca Nicoletti, giornalista e scrittore, papà di Tommy, un ragazzo autistico di 18 anni. Al momento è impegnato nella realizzazione di “Tommy e gli altri” un film che vuole raccontare il mondo visto dai ragazzi autistici. “Le famiglie – prosegue – vengono turlupinate da veri e propri cialtroni che dicono che l’autismo si guarisce con le diete e con le flebo che tolgono i metalli pesanti dal sangue, con le cure omeopatiche e una serie di trattamenti che toglierebbero il veleno dei vaccini. È un turpe mercato che si svolge alle spalle delle famiglie prive di strumenti culturali atti a far comprendere che in realtà l’autismo è un problema del neuro sviluppo, e nulla ha a che fare con i vaccini. Fare cure omeopatiche è tempo perso e a volte molto dannoso; ho visto famiglie rovinate in questa direzione, consiglio di fare quello che la comunità scientifica ritiene più corretto. Io credo in una verità scientifica“.

Per il dottor Roberto Buriosi, docente di virologia e microbiologia, specialista in immunologia clinica e autore del libro “Il vaccino non è un’opinione”, “vaccinare e vaccinarsi non è soltanto un atto di protezione individuale ma un atto di responsabilità sociale. Una recente statistica afferma che anche i genitori che vaccinano i propri figli, nel 50% dei casi lo fanno nel timore che questo possa provocare l’autismo, cosa incredibile perché la scienza è tanto chiara: non esiste nessuna relazione tra il vaccino e l’autismo che ha, invece, una base genetica“.

Intanto sabato scorso a Roma si è svolta la “Giornata nazionale No all’obbligatorietà dei vaccini”, promossa dal neonato “Comitato 29 ottobre” in programma a Roma per sabato 29 ottobre. L’organizzazione, come si legge dal sito di Comilva, Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni, “è formata da migliaia di famiglie che hanno subìto il dramma più profondo nella loro vita: un figlio gravemente danneggiato o morto post vaccini, con l’intento di creare tavoli di lavoro tra medici, autorità ed esperti di settore, appartenenti alle diverse scuole di pensiero. L’obiettivo è far chiarezza, informare e dare risposte esaustive, rassicurare i neo genitori pur avendo la consapevolezza del rischio nella somministrazione dei vaccini. Il Comitato non è contro i vaccini, ma chiede a gran voce, a tutte le autorità competenti, una maggiore responsabilità, al fine di dare la giusta e corretta informazione, rendere più efficace la valutazione sullo stato di salute di ogni piccolo paziente se può ricevere o meno un vaccino, dilazionare la somministrazione dei vaccini nel tempo, ma soprattutto avere cognizione e consapevolezza di quelli che sono i rischi”.