Il castello di Erode

Ogni singolo personaggio o dettaglio che anima e descrive la notte più bella dell’anno, quella in cui nasce Gesù, racconta la storia di tutti noi: quella simbolica di un'umanità senza tempo che va ad omaggiare Gesù Bambino e quella reale, che portiamo con noi anno dopo anno. Chi infatti non ha mai avuto il suo personaggio preferito? Chi non ha un ricordo personale che riguarda il presepe, il momento in cui si allestiva o il modo in cui si realizzava?

Ecco, noi di Interris.it cogliendo l'invito di papa Francesco a portare il presepe ovunque, in ogni luogo, cerchiamo, con questa rubrica che ci accompagnerà nel periodo natalizio, di “portare il presepe” innanzitutto nei cuori dei nostri lettori, risvegliando l’affetto per questa tradizione, con la speranza di vivere tutti insieme il Natale con un sincero spirito cristiano. 

Contagiamo chi ci sta accanto: convinci un amico a fare il presepe! E raccontaci il tuo personaggio preferito, scrivi a interrisquotidiano@gmail.com.

Il castello di Erode

Nel presepe c'è una presenza incombente: il castello di Erode, simbolo del male. “E' la grazia dello Spirito Santo a far sì che i Magi incontrino il vero Dio, che rifiutino l’inganno di Erode, accettando la piccolezza del Bambino che adorarono, offrendo doni preziosi”, insegna papa Francesco. Il presepe ci ricorda che Gesù viene nella nostra vita concreta. E, come nella vita concreta, c’è anche il male, evocato dal castello di Erode.  Gesù non è nato nel ricco palazzo del re Erode, ma in una mangiatoia perché l'amore di Dio è potente, ma umile”. 

Oscurità

“Il cammino dei Magi non è privo di trappole. La prima è l'inganno di Erode. “Quando arrivano a Gerusalemme loro vanno al palazzo del re, perché considerano ovvio che il nuovo re sarebbe nato nel palazzo reale- racconta Bergoglio-. Là perdono la vista della stella e incontrano una tentazione, messa lì dal diavolo: è l’ inganno di Erode. Il re Erode si mostra interessato al bambino, ma non per adorarlo, bensì per eliminarlo”. Erode è l’ uomo di potere, che nell’ altro riesce a vedere soltanto il rivale. E in fondo egli considera anche Dio come un rivale, anzi come il rivale più pericoloso. Nel palazzo di Erode i Magi attraversano un momento di oscurità, di desolazione, che riescono a superare grazie ai suggerimenti dello Spirito Santo, che parla mediante le profezie della Sacra Scrittura.

Il palazzo del male

Nella Città Vecchia di Gerusalemme sono venuti alla luce quattro anni fa i resti del palazzo di Erode dove, secondo i Vangeli, Ponzio Pilato processò Gesù.  All’origine della scoperta archeologica, i lavori per ampliare il Museo della Torre di David. Sotto un edificio adiacente, usato come prigione durante il dominio ottomano e poi dei britannici, sono riemersi i resti del palazzo di Erode, re di Giudea, dove si sarebbe trovato il “praetorium” di Ponzio Pilato. Proprio in quel luogo, il prefetto romano si lavò le mani della sorte di Gesù, consegnandolo alle autorità ebraiche che lo condannarono alla crocifissione. Prima della scoperta, si era ipotizzato che si trovasse nella Fortezza Antonia, sede della guarnigione romana, sotto una scuola vicina alla moschea di al-Aqsa.

Indizi

Per l’archeologo statunitense Shimon Gibson, i nuovi scavi eliminano ogni dubbio. Il Vangelo di Giovanni descrive l’ubicazione del processo: vicino a una porta della città e su un lastricato di pietre irregolari, il “litostrato”. Particolari che “coincidono con quanto rivelato da scavi precedenti nei pressi della prigione ottomana”. Il palazzo di Erode si trova non lontano dalla porta di Giaffa e, aggiunge Gibson, “tutti gli indizi, archeologici, storici ed evangelici, fanno pensare che fosse proprio questo il luogo del processo a Gesù”. Erodion è il palazzo-fortezza che aveva fatto costruire Erode stesso. E’ per il terrore di perdere la corona che Erode fece la Strage degli Innocenti. “È per il potere che egli fece vendette e omicidi, con una crudeltà senza limiti- sottolinea Zenit-. Per questo il popolo lo odiava e godeva di ogni disgrazia che si rovesciava sulla sua corte. Erode, per tutta la sua vita, fu un crudele arrivista, senza scrupoli. Da giovane fece uccidere Malico, l’uomo che aveva avvelenato suo padre Antipatro (43 a.C.). Imprigionò suo fratello Fasael il quale, per la disperazione, si suicidò fracassandosi la testa contro il muro. Non ebbe scrupoli nel far uccidere prima la moglie Mariamne I (29 a.C) ed anni dopo i due figli avuti da lei: Alessandro e Aristobulo (7 a.C.)”.

Pietre su pietre

A Gerusalemme Erode costruì un teatro ed un anfiteatro; abbellì la fortezza Baris dei Maccabei (dandole il nome di Antonia in onore del suo protettore Marco Antonio); edificò, evidenzia Zenit, lo splendido palazzo reale a nord-ovest della città; restaurò la città di Samaria, che chiamò Sebaste in onore di Augusto (Augustus è la latinizzazione del nome greco Sebastos); edificò il palazzo-fortezza Haerodium a sud di Betlemme; fondò la nuova capitale Cesarea Marittima, sulla sponda del Mediterraneo. Tutte queste “pietre su pietre” gli valsero il titolo di “Grande”. I vangeli raccontano che Erode rimase molto turbato (Mt 2,3) quando alcuni Magi gli annunciarono la nascita del “re dei Giudei”. Erode, da quel momento, non ebbe più pace. “Chi voleva spodestarlo dal suo trono?- si chiede Zenit– La sua frenesia di dominio suonò il campanello d’allarme e dalla sua ferocia nacque l’idea della strage degli innocenti. Tutti i bambini dai due anni in giù furono uccisi. Gesù era appena nato e le forze del male già si erano scatenate. I neonati di Betlemme, con il loro martirio, ci riportano alla drammaticità di un mondo che rifiuta Dio e i suoi prediletti: i bambini. Dio manda angeli ad incoraggiare i suoi figli più coraggiosi affinché prendano con sé i piccoli e i deboli per salvarli dalla furia omicida. Fuggi in Egitto!”. Erode, perciò, “però viene giocato dai Magi e da Giuseppe, perché c’è Qualcuno che veglia anche nella notte. Giuseppe ascolta i consigli dell’angelo e riesce a salvare la vita di Gesù”.