GLI USA SPIANO IL GIAPPONE. WIKILEAKS PUBBLICA ONLINE I DOCUMENTI CHE LO PROVANO

Ancora guai per la Nsa, l’Agenzia nazionale di sicurezza degli Stati Uniti, che torna di nuovo nell’occhio del ciclone delle polemiche a causa degli ultimi documenti riservati che sono diventati di dominio pubblico dopo la pubblicazione sul sito di Wikileaks. Nel file “Target Tokyo” ci sarebbe effettivamente la prova di come i servizi americani abbiano spiato funzionari e compagnie giapponesi. Tra i documenti, ora reperibili in rete, ci sono anche quattro rapporti della National Security Agency, marcati “top-secret”, su discussioni interne relative a commercio internazionale e climate change. Wikileaks fornisce una lista di 35 obiettivi “sensibili” della Nsa per le intercettazioni telefoniche tra cui ufficio di Gabinetto, Bank of Japan, ministeri di Finanze e Commercio e dirigenti di colossi del trading come Mitsubishi e Mitsui.

Dall’elenco dei “bersagli sensibili” emerge che lo spionaggio della Nsa va indietro almeno fino al primo governo dell’attuale premier Shinzo Abe, in carica da settembre 2006 a settembre 2007. Nella “target list” i telefoni dell’ufficio di Gabinetto e del segretario esecutivo del capo di Gabinetto Yoshihide Suga; un numero definito “Government VIP Line”; diversi funzionari della Bank of Japan, tra cui il governatore Haruhiko Kuroda e il numero di telefono di casa di almeno un funzionario della banca centrale.

Inoltre, secondo Wikileaks, numerosi numeri interni del ministero delle Finanze, del ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (Meti) e della divisione gas naturale di Mitsubishi e della divisione petrolio di Mitsui. Tra i quattro rapporti classificati “Top-secret”, uno è contrassegnato come “REL TO USA, AUS, CAN, GBR, NZL”, che vuol dire “formalmente autorizzato per essere condiviso” con i “Cinque Occhi” partner dell’intelligence Usa: Australia, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda.

Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ha commentato che dai documenti “emerge come il governo giapponese fosse preoccupato in privato su quanto – o quanto poco – dire agli Usa al fine di evitare l’indebolimento della sua proposta sul cambiamento climatico o sulle sue relazioni diplomatiche”. Giudizi impropriamente raccolti e condivisi con “Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito. – conclude Assange – La lezione per il Giappone e’ la seguente: non ti aspettare che la sorveglianza di una superpotenza globale agisca con onore o rispetto. C’e’ una sola regola: non ci sono regole”.