Generazione iperconnessa, a curarla saranno i cyberpsicologi

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Bambini abituati alla tecnologia, che già nei primi anni di vita maneggiano tablet e smartphone: sono i “mobile born”, generazione che viene dopo gli ormai famosi “nativi digitali”. Per questi piccoli geni servirà, però, una “nuova psicologia”: a dirlo è Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo all’università Lumsa di Roma, che ha spiegato all’Adnkronos Salute i motivi per i quali il suo ateneo ha attivato il primo corso italiano di Cyberpsicologia, che si apre domani a Roma.

“Bambini che fin da piccolissimi, smanettando sul seggiolone, prendono dimestichezza con tablet e telefonini, e sviluppano il cervello in modo del tutto peculiare, come mostrano anche gli ultimi studi di imaging cerebrale – ha sottolineato Cantelmi – Si tratta di una vera e propria mutazione antropologica. Ebbene, per intercettare eventuali disagi e trovare modi efficaci di intervento su futuri uomini e donne ‘tecno liquidi’, occorre una nuova psicologia”.

Dall’ateneo romano, quindi, usciranno i primi 100 cyberspicologi: la dipendenza dalle connessioni è ormai diventata così pervasiva da richiedere l’intervento di professionisti ad hoc. “Senza, molti di noi non sanno già più trovare un ristorante, corteggiare una donna, conoscere un amico, capire i mali del mondo, informarsi o divertirsi. O chiudere una storia d’amore”. La dipendenza da Internet, secondo il professore, sta diventando un modo di vivere, dunque “si colloca tra patologia e futura normalità”. In chat e sui social, cambia il modo di esprimere il disagio psichico: così cambia anche il modo di curarlo. “L’era digitale segna la fine di molte forme di psicoterapia antiche – prevede Cantelmi – E’ in arrivo una vera e propria rivoluzione in tutti i settori”.

I futuri uomini e donne “tecno liquidi” adotteranno schemi mentali e categorie di pensiero nuove: questi giovani troveranno normale il filtro della tecnologia. “Allora perché – si chiede Cantelmi – gli studenti di psicologia non devono adattarsi, studiando la cyberpsicologia? Come è possibile ancora oggi studiare lo sviluppo del bambino, ma anche la sua salute e le patologie mentali, con categorie sorpassate, adatte alla realtà di cento anni fa?”.