Furlan a Renzi: “Per uscire dalla crisi non si può fare da soli”

“Non mi stanco di dire al premier che per uscire dalla crisi nessuno può immaginare di fare da solo”. Sono queste le parole del segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, che ospite del video forum di Repubblica.it è tornata a sottolineare l’urgenza di un patto sociale “che metta al centro il lavoro”.
Riferendosi allo sciopero che vedrà il sindacato andare senza altre sigle verso lo sciopero nazionale del primo dicembre e alla non partecipazione di Cisl alla mobilitazione generale del 12, la sindacalista afferma che questo è “uno strumento importantissimo per il sindacato e per i lavoratori che perdono una giornata di lavoro. Va usato con obiettivi precisi ed immaginando che attraverso quello si risolva un problema”.
Poi, riferendosi sia alla politica che a una parte del sindacato, ha affermato che “si urla tanto e si parla poco, mentre bisogna fare cose serie, auspicando a un clima più rispettoso e che ogni giorno si prenda il suo fardello di responsabilità”.
Furlan torna anche a parlare del leader Fiom Maurizio Landini: “Abbiamo due modi diversi di vedere l’azione sindacale – ha affermato – io voglio la contrattazione, secondo me è solo attraverso questa che riusciamo a tenere le fabbriche aperte”.

Ed è proprio riferendosi a questa contrattazione che la leader ha iniziato a parlare di coesione: l’esecutivo, infatti, “potrebbe fare un’alleanza forte con chi rappresenta il lavoro”; questo “è l’unico modo per uscire dalla crisi”, perché “io credo che il sindacato debba fare il sindacato e la politica la politica. Quando non è chiara la distinzione dei ruoli, la cosa diventa complicata. Oggi, in un Paese che ha tre milioni di disoccupati e un’economia reale ai minimi termini, noi abbiamo bisogno di un ruolo del sindacato: forte, sociale, che punti essenzialmente ai temi che riguardano il lavoro. Quindi l’impegno della Cisl è esattamente quello”.
Con la leader della Cgil Susanna Camusso, invece, la sindacalista afferma di avere un “rapporto di grande rispetto personale. Siamo due persone che rappresentano due grandi organizzazioni – ha spiegato alle telecamere – su alcune cose la pensiamo allo stesso modo mentre su altre abbiamo opinioni distinte e facciamo cose diverse”.

Le parole della Furlan hanno toccato anche il ministro della Pa Marianna Madia, che nel corso dell’ultimo incontro a Palazzo Chigi ha assicurato che nessun dipendente pubblico perderà il posto di lavoro: “Non basta che tranquillizzi – ha sottolineato la protagonista del video forum – la ministra deve fare la ministra e quindi promuovere provvedimenti perché davvero nessuno rimanga a casa. Intanto il primo dicembre si beccano un bello sciopero con questi ‘privilegiati’, che hanno uno stipendio medio di 1.100-1.200 euro bloccato da sei anni”.
“Noi – ha poi aggiunto – abbiamo fatto presente all’incontro con il ministro Madia queste questioni, le nostre categorie fortemente e unitariamente si sono mobilitate e stanno lavorando per questo”.

Poi la questione della pensione dell’ex leader del sindacato, Raffaele Bonanni: secondo Furlan, questa è stata una vicenda “strumentalizzata”, perché “Bonanni è andato in pensione dopo 47 anni di lavoro alla vecchia maniera, basata tutta sul sistema retributivo, una fortuna per quella generazione. La vicenda è stata utilizzata in modo negativo e speculativo”.

Infine, per restare nel tema di questa giornata che vuole combattere e sensibilizzare contro la violenza sulle donne, la Furlan si è espressa affermando che “nel nostro Paese e in Europa, a parità di lavoro, le donne guadagnano meno. Non sempre viene riconosciuto quello che fanno, le competenze che hanno. Né godono delle stesse opportunità di carriera degli uomini”. Anche questo, secondo la leader, è uno dei soprusi perpetrati nel mondo femminile. E su questo “abbiamo una grande alleanza con Susanna Camusso”.
“Il Paese ha un’unica strada per uscire dalla crisi – ha concluso – guardare in termini positivi”.