Frana in Sri Lanka, la società civile chiede risorse per gli sfollati

Scuole terreni e soprattutto risorse, è quanto chiede al governo del Sri Lanka una cordata di associazioni della società civile dopo la frana che ha travolto un intero villaggio a Badulla. Le vittime della valanga di fango che ha colpito il paese sono oltre 190, la maggior parte lavorava nella vicina piantagione da Tè.

Il 9 novembre scorso, il governo ha dichiarato la fine delle operazioni di ricerca e soccorso delle persone ancora scomparse. Mahindananda Amaraweera, ministro della Gestione disastri, ha riferito che “i familiari hanno chiesto la sospensione delle attività di recupero”. Il Dipartimento media del governo ha annunciato che sul sito verrà posta una lapide commemorativa con i nomi dei morti e di chi non è stato trovato. Le associazioni hanno bollato questa operazione come vergognosa e criminale, per poi avanzare la richiesta di mettere sotto accusa i responsabili della sicurezza della zona: “Il governo e la compagnia devono al più presto presentare dei piani di risarcimento e rilocazione delle famiglie sopravvissute”, affinché queste persone “possano tornare a vivere”.