Dall’aula all’impresa con l’apprendistato di ricerca

Abbattere quel muro che separa i ragazzi fra i 18 e i 29 anni dal mondo del lavoro. Eliminare insomma gli ostacoli verso il futuro di questo paese. Serve a questo l’accordo di programma siglato all’Università Ca’ Foscari di Venezia tra l’ateneo lagunare, Confindustria Veneto, Cgil Cisl e Uil della regione, Ordine dei consulenti del lavoro di Venezia e Vicenza e l’agenzia per il lavoro Umana SpA: a diffondere la tipologia contrattuale dell’apprendistato di ricerca, che appunto consente l’assunzione di giovani tra i 18 e i 29 anni.

Sono sette, prevalentemente in area economica e informatica, i contratti di questo tipo siglati mediante il settore placement della Ca’ Foscari, che vedono coinvolti laureati e laureandi dell’ateneo in varie aziende del territorio. Non basta. Allo stesso scopo è stato istituito anche un nuovo servizio, lo Sportello aziende, per fornire informazioni alle realtà imprenditoriali interessate. “Questo accordo, promosso dall’Università Ca’ Foscari – spiega il delegato del rettore al placement, Adalberto Perulli – ha trovato immediato interesse e disponibilità a collaborare da parte dei soggetti che sono stati poi coinvolti. Abbiamo quindi pensato ad un accordo di programma, in cui le parti firmatarie si assumono impegni precisi per la promozione dell’apprendistato di ricerca, punto di partenza significativo per cercare di promuovere e diffondere una modalità interessante per le aziende di inserire nel mondo del lavoro giovani laureati, laureandi o che stanno seguendo un percorso di formazione non necessariamente legato al conseguimento di un titolo di studio”.

Al centro del contratto è il progetto di ricerca, stabilito dall’azienda stessa. “Noi sappiamo – continua Perulli – che l’Italia versa in una situazione drammatica per l’occupazione, in particolare giovanile, e penso che l’Università debba impegnarsi sempre più a sviluppare progetti utili, funzionali alla formazione dei giovani e al loro inserimento nel mercato del lavoro. E questo riteniamo che sia uno dei canali di accesso principali e privilegiati. Quello odierno è un punto di partenza e non di arrivo, perché è’ prevista un’attività di monitoraggio di questo accordo, riguardo alla quantità di contratti stipulati. Inoltre, ci siamo impegnati a creare un gruppo di lavoro, anche per sensibilizzare la Regione Veneto a fare bandi per la concessione di contributi ad aziende che intendono investire in ricerca, sviluppo e innovazione”.

“Noi – conclude il docente, ordinario di diritto del lavoro – siamo il Paese europeo con il più basso indice di produttività del lavoro, con un calo quasi costante dal 2000 a oggi: più che di flessibilità del lavoro, che già esiste, abbiamo quindi bisogno di strumenti di buona flessibilità, che consentano l’assunzione di persone capaci di formazione, competenza e capacità di innovazione: valori su cui si gioca il nostro futuro”.