DAL 2018 A TAVOLA CON GLI INSETTI

Dal 1° gennaio 2018 anche in Europa ci sarà la libera circolazione di alcuni prodotti a base di insetti i quali, già dal 2017, saranno immessi nei cibi. Una novità voluta dalla plenaria del Parlamento europeo che nell’ottobre 2015 ha approvato, con 359 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti, una proposta di regolamento Ue che semplificherà le attuali procedure di autorizzazione alla commercializzazione, nell’Unione Europea, della “novel food“.

Per la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, vermi e coleotteri fanno già parte della dieta di oltre due miliardi di persone nel mondo.
Al di là dei gusti di ognuno, l’autorità Europea per la sicurezza alimentare pone l’accento sui benefici che il cibo a base di insetti apporterebbe al pianeta: ricadute positive per l’ambiente e disponibilità alimentari sufficienti con un apporto di proteine pari a quello della carne che abitualmente consumiamo. “Ne guadagnerà non solo la salute, perché gli insetti sono ricchissimi di proteine, ma anche l’ambiente”. Lo sostiene Marco Ceriani, fondatore di Italbugs, una start-up che dal 2000 si occupa della ricerca, dello sviluppo e dell’attuazione di processi di allevamenti di insetti per l’alimentazione.

Il 3 novembre Ceriani è stato ricevuto in una audizione informale in Senato per parlare di insetti edibili con la IX Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) la quale sta prendendo in considerazione l’eventuale rimozione di alcuni veti legati all’uso di insetti nella produzione dei cibi. “Bisogna recepire in fretta la legge che sta arrivando da Bruxelles – prosegue – Fino a 4 anni fa quando si parlava di insetti si pensava solo alla Thailandia, al Messico, all’Africa, tutti paesi a noi lontani e con una cultura diversa. Oggi, invece, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca e Inghilterra vendono già cibi contenenti insetti edibili e tra poco saranno in commercio anche in Germania e in Svizzera. Il legislatore italiano ha recepito che da noi c’è un vuoto normativo in materia e deve fare qualcosa in termine di commissione e in termini di legge altrimenti il nostro Paese rischia di rimanere indietro e saremo poi costretti ad importare i prodotti dagli altri Paesi”.

Il patron di Italbugs ritiene che gli insetti, più che il cibo del futuro siano un alimento da reinserire nella nostra dieta: “Per quanto riguarda l’Italia non siamo nuovi a questo tipo di cucina: già gli antichi romani fortificavano il brodo con i coleotteri, Leonardo Da Vinci aveva inserito gli insetti nelle sue ricette, in Sardegna producono il ‘Casu Marzu’, un formaggio colonizzato dalle larve della mosca del formaggio. Gli insetti erano già nella nostra cultura, lo abbiamo dimenticato”.

Per Ceriani gli insetti oltre ad avere alte proprietà nutritive, favoriscono l’ambiente. «La carne arriva da allevamenti poco sostenibili – spiega – occorrono 15 mila litri di acqua per avere un chilo di carne. Per un chilo di insetti solo un litro. La comunità europea ha realizzato un progetto intitolato ‘PROteINSECT’ per studiare l’utilizzo degli insetti nel mangime ed è emerso che da un ettaro di campo coltivato a soia si ottengono una tonnellata di proteine ma se sullo stesso ettaro ci mettessimo gli insetti avremmo 150 tonnellate un rapporto di 1 a 150 con un consumo di suolo, energia e fattori alimentari bassissimi“.

Nessuno vedrà scarafaggi e coleotteri nei propri piatti, vermi o grilli sugli scaffali dei supermercati ma cibo fatto con gli estratti di insetti. Per insetti edibili, infatti, si intendono cibi fatti con una matrice alimentare a base di insetti, vale a dire una farina ricca di proteine. “Potremo trovarla in molti cibi – aggiunge Ceriani – hamburger, salsicce, biscotti e pasta. Se il consumatore leggerà l’etichetta saprà che c’è un ingrediente a base di insetti nell’alimento, altrimenti finirà per mangiarlo senza saperlo”.

Nei laboratori di Italbugs è stato prodotto, e andrà in commercio il prossimo anno all’estero, il panettone impastato con farina di baco da seta. Ceriani punta l’attenzione anche su un altro fattore: “Già oggi, stando ai dati della Comunità Europea, con il cibo si introducono nell’organismo dai 50 ai 100 grammi di insetti a testa a livello di “contaminanti”. Tutti i prodotti dell’agricoltura come la frutta (quindi le marmellate), i pomodori (quindi i vari sughi), la pasta, il caffè, contengono parti di insetto che noi mangiamo abitualmente senza saperlo”. Ma gli italiani, buongustai e consumatori di spaghetti e pizza, come accoglieranno questa novità? Secondo Ceriani “il problema non si pone perché chi sdogana il cibo oggi sono gli chef. Il consumatore è cambiato e cambia molto in fretta basti pensare al sushi divenuto un prodotto consumato in tutto il mondo, compreso in Italia: è pesce crudo avvolto nelle alghe”.