DA TOP MODELA MODELLO DI VITA

[cml_media_alt id='13482']Kylie-Bisutti[/cml_media_alt]“Non ricordo quasi più nulla, ormai. Ma tra decine di migliaia di corpi, quello vincente è stato proprio il mio: da un giorno all’altro sono diventata una ‘Victoria’s Angel’, e mi hanno catapultata improvvisamente dal mondo dei provini a quello delle passerelle”. Mai avrebbe immaginato in quel momento la svolta che di lì a qualche anno avrebbe preso la sua vita.

Era il 2009 e Kylie Bisutti, appena sbarcata tra le luci scintillanti della Grande Mela, si trovava assieme a migliaia di ragazze di fronte al giudizio di una delle équipe più influenti della moda americana, quella del brand di intimo Victoria’s Secret. Il suo metro e 77 di altezza e i lunghi capelli castani hanno fanno immediatamente breccia nel cuore dei fotografi e la sua immagine, rapidamente, è diventata uno dei simboli delle catwalk newyorkesi. Un mondo in cui aveva sempre sognato di vivere, “dove i riflettori sono continuamente accesi su di te, sulla tua vita privata, sugli abiti che indossi”.

Ma sono bastati pochi anni, e il sogno si è trasformato in un incubo: “Frequentavo da qualche tempo una comunità cristiana dello Stato di New York – spiega Kylie – ed alternavo alcune ore di volontariato agli shooting fotografici, dove mi veniva chiesto di posare senza veli, di ostentare gli sguardi più ammiccanti che i miei occhi fossero in grado di ‘produrre’. Mi sono resa conto, progressivamente, di essere per l’industria della moda solo un prodotto. Carne, e basta”. I manager insistevano perché lei e le sue colleghe fossero sempre più magre, sempre più belle e “vuote”.

Kylie percepiva questo vuoto, esteriore e interiore; si chiedeva come potesse, quella professione, adattarsi alla fede che cresceva ogni giorno di più. E proprio mentre la coscienza iniziava ad allontanarla dalla voglia di proseguire quella carriera, ha incrociato il “punto di svolta” della sua vita, il dono della famiglia: “Durante un viaggio in Messico ho conosciuto quello che adesso è mio marito, Mike Bisutti. E sono stati proprio il suo aiuto e il suo amore a farmi prendere coraggio. [cml_media_alt id='13483']Kylie-Bisutti2[/cml_media_alt]

Il lavoro era diventato massacrante, le richieste della casa di moda impossibili. Devi restare sempre single, sexy ed ammiccante; nei servizi fotografici non c’erano più gli abiti, ma solo la mia pelle. Una volta mi hanno chiesto di posare praticamente senza veli promettendomi che con photoshop sarebbe uscito fuori un effetto ‘vedo non vedo’. Ma qualche settimana dopo, quando sono andata a cercare quelle foto sul web, le ho trovate all’interno di un sito pornografico”.

Poi la scelta: togliere quel corpo dallo star system per restituirlo a se stessa e alla sua famiglia. Nutrire l’anima prima della carne: “Le falcate sulle grandi passerelle newyorkesi, per me, sono terminate quel febbraio 2013. La mia vita ora si svolge nello stato del Montana, negli Usa, tra le giornate di volontariato in chiesa e i pomeriggi tranquilli assieme a mio marito”. Kylie si sente rinata, si è resa conto – racconta – che il messaggio che quel mondo fatto di luci e pose studiate manda ai giovani è fuorviante, malato e immorale.

Per questo ha fondato una casa d’abbigliamento che produce abiti modesti e scritto un libro dove racconta la sua esperienza, la visione che ha sviluppato nel tempo di quella che è un’industria deleteria. Da angelo in lingerie, la “sexy brunette” è diventata angelo del focolare. Uno schiaffo all’edonismo e alla superficialità imperante. Una scelta difficile: le star che hanno intrapreso la sua strada, all’interno dello “showbiz”, sono veramente poche. Quello della moda è un mondo difficile da abbandonare: una volta che si entra nelle dinamiche del successo, della bellezza e delle attenzioni della stampa, il lusso diventa una trappola. A volte mortale.