Crisi, Furlan: “Per sbloccare la situazione serve un nuovo patto sociale”

“Contro la crisi non si sciopera, ma si fanno proposte per uscirne”: così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, intervenuta durante la trasmissione Omnibus di La7. Il leader dei lavoratori ha rilanciato l’idea di un Patto il governo e le parti sociali. “Noi abbiamo fatto uno scipero di categoria del pubblico impiego perché aveva unos copo molto preciso – ha detto la Furlan – il rinnovo del contratto fermo da sei anni con una perdita per i lavoratori di 2-3 mila euro e quindi c’era un sacrosanto diritto a scioperare. Sul resto, sulla crescita del paese, abbiamo fatto una scelta diversa perché contro la crisi non si sciopera, si fanno proposte per uscirne”.

“Non è Bruxelles che dobbiamo temere, perché i grandi esami ce li dobbiamo dare noi, pensando a come far ripartire il Paese”. Per uscire dalla crisi, ha aggiunto la Furlan “c’e’ invece bisogno di un patto sociale forte tra chi governa e le parti sociali con anche il mondo del credito e si definiscono gli obiettivi e i carichi di responsabilità che ognuno deve assumersi”.

La crisi ha investito tutta l’Europa, ha detto la leader dei lavoratori, “ma l’Italia, nell’uscita dalla recessione, dimostra una lentezza maggiore, nonostante abbia grandi capacità produttive e abbia dimostrato di essere davvero una grande potenza che da’ lavoro nel mondo”. A Bruxelles, secondo Furlan, bisogna invece chiedere un’altra cosa e cioè “che questo patto di stabilità e il fiscal compact, ormai rottamati dalla crisi, vengano cambiati, perché dall’Europa non servono assolutamente diktat, ma le risorse per lo sviluppo e il rilancio della crescita”.

Infine, il segretario generale della Cisl, sottolinea come lo strumento per uscire da una situazione di empasse del genere sia il dialogo. “E’ d’obbligo lo strumento del confronto. Credo che questo non sia il momento del conflitto – ha detto Furlan – ma di fare una scelta. Non abbiamo bisgono di urla, ma di ragionamenti. Questo continuo braccio di ferro e di insulto continuo ha creato un danno notevolissimo nel rafforzare la crisi. Credo che gli strumenti del dialogo e del confronto sia d’obbligo”.