COMMOVENTE SCRITTO DI MARCO CHE A OTTO ANNI PERDE LA SUA FAMIGLIA

Mi chiamo Marco, ho otto anni e vivo a Pescara del Tronto. Siamo in 135 nel mio paese. Ma ora che è estate siamo solo un centinaio. Io vivo con papà, mamma e Alice, che la cicogna ci ha portato per Pasqua. Noi siamo rimasti qui, quest’anno niente vacanze dai nonni.

Perché papà ha speso troppo per costruire una casa. Ha detto che era il suo sogno. E che in quella vecchia con Alice non ci stavamo più. Ho scelto tutto io. La cucina, il televisore, le piastrelle. La cameretta di Alice invece no. Io ci avrei messo il letto di Spiderman, ma mamma non ha voluto. Ha detto che basta quello nella mia stanza. Mamma, quello è Batman. Vabbhè.

Quindi restiamo qui, e a Nizza dai nonni ci torniamo l’anno prossimo. Poi mamma ha paura di morire. Dice che a Nizza ci sono i cattivi che uccidono. E che a Pescara del Tronto invece non trovi neanche un bar, figurati i cattivi. Papà la prende in giro. Ripete sempre “Tutto può succedere”.

Mi chiamo Marco, ho otto anni e vivo a Pescara del Tronto. Stanotte la casa ha iniziato a tremare. Ciottoli e mattoni hanno iniziato a crollare dal soffitto. Per un attimo ho sperato che Batman si svegliasse dal cornicione del mio letto e mi portasse in salvo. Ma è arrivato papà, altro che supereroi. Mi ha preso in braccio e si è precipitato giù. Marco, corri in piazza e fermati alla fontana. Non ti muovere da lì. Io vado a prendere mamma e Alice. Ho cominciato a correre. Buio. Paura. E tante, tante lacrime.

Mi chiamo Marco, ho otto anni e vivo a Pescara del Tronto. In una tenda. Nel mio paese eravamo in 135. Ma tre ora sono in cielo. Sono Alice, mamma e papà.

Aveva ragione il mio supereroe. Tutto può succedere.