CHIUDE L’INFERNO DEGLI OPG. PIU’ DIGNITA’ PER I MALATI

Giorgio Napolitano lì definì “estremo orrore, inconcepibili per un Paese civile”. In una canzone di Mina (“Sognando”) vengono descritti come luoghi “allucinanti”. Sono gli ospedali psichiatrici giudiziari, strutture detentive riservate a chi commette reati a causa di una patologia mentale grave, che rende il colpevole incapace di comprendere la parta delle proprie azioni. Un inferno a metà tra una prigione e i vecchi manicomi, in cui l’aspetto penalistico prevale sulla malattia, rendendo i pazienti dei veri e propri prigionieri, costretti a vivere in condizioni disumane. Un incubo destinato, per fortuna a finire: da domani, infatti, gli ogp non esisteranno più. Frutto del dl n 211 del 22 dicembre 2011 che ha fissato per oggi la loro chiusura.

Sotto il monitoraggio dell’Organismo di coordinamento istituito presso il ministero della Salute quasi tutte le regioni hanno individuato e allestito le strutture (Rems) dove destinare gli oltre 700 pazienti. Alcune regioni – spiega in una nota il ministero della Giustizia che fa un quadro complessivo della situazione – completeranno questo percorso nelle prossime settimane: si tratta del Friuli Venezia Giulia, della Puglia, della Provincia autonoma di Trento e del Piemonte, che avrà la disponibilità di tali strutture solo fra qualche mese. Nel caso del Veneto, che non risulta in condizione di prestare l’assistenza alle persone sottoposte a misure di sicurezza detentiva, sarà necessario procedere alla nomina di un Commissario straordinario perché provveda in via sostitutiva a dare attuazione a quanto richiesto dalla legge.

Sarà il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in collaborazione con l’Autorità giudiziaria, con le Regioni e con le Province autonome, a provvedere ai trasferimenti presso le Rems dei soggetti destinatari delle misure di sicurezza. In una lettera inviata nei giorni scorsi al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in merito alla chiusura degli Opg, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha segnalato l’opportunità che la prosecuzione della positiva esperienza dell’Organismo di coordinamento del ministero della Salute possa essere sostenuta dalla istituzione in ambito regionale di analoghi meccanismi di raccordo delle competenze coinvolte e della cooperazione istituzionale, anche sollecitando il contributo delle competenti Autorità giudiziarie.