Caso Loris: per i giudici la mamma dimostrò “un’odiosissima crudeltà”

Ben 109 pagine per affermare che Veronica Panarello ha avuto una “sconcertante glacialità nell’ordire la simulazione di un rapimento a scopo sessuale e un’impressionante determinazione nel liberarsi del cadavere del figlio, scaraventandolo nel canalone”. Sono queste le motivazioni con cui il Tribunale del riesame di Catania ha confermato l’arresto della mamma del piccolo Loris, il bambino di otto anni che venne strangolato con una fascetta da elettricista. Il corpicino del bimbo venne ritrovato il 29 novembre in un canale in Contrada Vecchio Mulino, in provincia di Ragusa.

La donna, che era stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela e occultamento di cadavere, resterà quindi nel carcere di Agrigento, perché secondo il Tribunale “sussiste il rischio di recidivanza ed ha dimostrato un’odiosissima crudeltà e assenza di pietà e una totale incapacità di controllo della furia omicida”. Inoltre secondo i giudice c’è la possibilità dell’inquinamento delle prove e quindi la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi legali è stata respinta.

Ad inchiodare la mamma di Loris furono i video delle telecamere di sorveglianza, le fascette da elettricista che la donna consegnò alle maestre e il suo profilo psicologico, considerato fragile. Per i giudici la donna uccise il figlio in preda ad “uno stato passionale momentaneo di rabbia incontenibile per il fallimento del piano mattutino che evidentemente quel giorno non prevedeva l’ingombrante presenza del suo primogenito”.