CANNABIS, COME UCCIDERE UN GIOVANE

Cartine lunghe, un biglietto da visita strappato e arrotolato, un accendino e poi lei, la droga. Marijuana e Hashish nelle sue mille derivazioni, dal superpolline all’Orange Bud, passando per il White Widow, il Crystal, il Pongo e così via. Nomi frutto della fantasia o ispirati alla composizione del prodotto che non cambiano la sostanza: sempre di stupefacenti si tratta. E fanno male, molto. Al di là di quanto qualche medico o politico voglia farci credere. La discussione sui cannabinoidi sta infiammando l’opinione pubblica. Il mantra scelto dai promotori è il seguente: la legalizzazione assesterà un duro colpo al narcotraffico e, contemporaneamente, porterà ricchi introiti allo Stato (si parla di 15 miliardi). In più, dicono, il proibizionismo non ha senso laddove alcol e sigarette, dannosi pure loro per la salute, vengono regolarmente venduti. Insomma, la logica è questa: visto che esiste già una gamma di veleni acquistabili perché non aggiungerne altri? Perché di questo si tratta.

L’impiego sanitario della “Maria” per alcune patologie neurodegenerative non inganni: anche la morfina viene usata in campo medico ma sempre nociva rimane. Lo dimostrano diversi studi che, forse, sarebbe il caso di prendere in considerazione. Ad avere gli effetti più devastanti sono i consumatori abituali, specie se hanno iniziato molto giovani, quando il cervello si sta ancora formando. Una ricerca condotta da Wayne Hall, tra i massimi esperti sul tema e consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha accertato che l’uso prolungato di droghe leggere impoverisce le capacità intellettuali, favorisce disturbi psichici – raddoppiando i rischi di diventare psicotico, soprattutto per gli adolescenti – riduce la soglia di attenzione durante la guida e, nelle donne incinte, fa aumentare le possibilità di rachitismo alla nascita del bambino. Uno schiaffo a chi dice che la Marijuana “fa bene”.

Per farla breve: il Thc, cioè l’acido contenuto nei cannabinoidi, è una bomba sganciata sulla nostra materia grigia, su cui può lasciare danni permanenti. E crea dipendenza, altro mito sfatato. La stessa ricerca ha accertato che un ragazzo su sei tra i fumatori abituali di spinelli non potrà più farne a meno, con tutte le conseguenze fisiche e sociali che possono derivarne. Anche perché, normalmente, le canne sono preparate col tabacco delle sigarette, ricco di nicotina, altra droga che si farà strada nelle nostre vene, facendo crescere il desiderio di “girarsene un’altra”. Per chi è borderline, sostiene Hall, la “Ganja” o il “fumo” possono poi diventare un’autentica roulette russa in grado di risvegliare disturbi psichiatrici gravi come la schizofrenia. Senza considerare, come si è detto, le implicazioni sulla sicurezza stradale, specie se, come spesso avviene, alla droga viene aggiunto il consumo di alcol, un mix micidiale. Senza dimenticare che lo spinello è il primo passo verso la tossicodipendenza, considerato quanti ragazzi, dopo un po’, desiderosi di provare altri, passano alle droghe pesanti come ecstasy, cocaina ed eroina.

A ciò si aggiunge un dato che in molti continuano a sottovalutare: fumare provoca il cancro. Sta scritto sui pacchetti di sigarette ma vale anche quando a finire nei nostri polmoni sono le polveri sottili generate dalla combustione di altre sostanze. “I danni delle droghe leggere sono molto pesanti” ha spiegato all’Ansa Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica del Centro di riferimento oncologico di Aviano. Anche perché la quantità di principio attivo “è passata dal 5% degli anni ’70 al 50-80% di oggi”. Quindi quello che viene fumato è artificiosamente potenziato per ampliare gli effetti, altro che naturale. “A chi fuma marijuana, va detto che questa abitudine danneggia gravemente i polmoni – ha proseguito Tirelli – aumenta il rischio di cancro, danneggia le facoltà cognitive come l’attenzione e la memoria ed aumenta conseguentemente il rischio di incidenti stradali”.

Il punto, secondo l’esperto, è che “nella nostra società si è andata sempre più evidenziando una sorta di accettazione, quasi ineluttabile, delle droghe in generale, basti pensare a quello che è successo nello sport e all’uso degli anabolizzanti. Ma se esiste il fumo di sigaretta e se esiste l’abuso dell’alcool, non è possibile accettare il principio che per non fare delle differenze devono essere approvate anche la marijuana e le altre droghe cosiddette leggere”. Inoltre, ha aggiunto, “è ovvio che se il fumo di sigaretta provoca ogni anno nel mondo un milione di tumori del polmone, il fumo delle droghe leggere aggiunge solo altre vittime. Infatti, non è la nicotina che provoca questi problemi, anche se è ovviamente alla base della dipendenza che si crea fumando il tabacco, bensì i prodotti della combustione che sono cancerogeni, ed è lo stesso processo che si verifica fumando marijuana”. Insomma, ha concluso l’oncologo, ”bisogna combattere contro ogni tipo di droga ed e’ senz’altro consigliabile che almeno i medici si oppongano decisamente all’utilizzo delle droghe leggere da parte di chicchessia e che i politici facciano in modo, con leggi adeguate, non di legalizzare le droghe come vorrebbero fare oggi, ma di combattere il fenomeno senza fare inutili distinzioni tra quello che viene considerato leggero o pesante”. E adesso continuate a dire che non fa male.