Canada: sciarpe appese agli alberi per aiutare i senzatetto

Winnipeg, capitale della provincia canadese del Manitoba, secondo Environment Canada (un sito Meteorologico) è la città più fredda del mondo. E tutti gli anni con l’arrivo dei primi freddi, gli abitanti della cittadina si riuniscono per “Chase the Chill”, caccia il gelo. Un’iniziativa che vede volontari e appassionati di cucito lavorare insieme per aiutare, almeno in parte, i senzatetto sconfiggere il freddo. Ed è allora che si vedono gli alberi dei parchi di Winnipeg colorarsi di mille sfumature: centinaia si sciarpe vengono legate intorno ai tronchi e hanno un’etichetta con scritto “prendimi”. Un’iniziativa portata avanti dagli abitanti della cittadina, che autonomamente si riuniscono e iniziano a “sferruzzare”.

“I nostri talenti locali si ritrovano in Old Market Square per lavorare insieme a maglia – racconta la promotrice dell’iniziativa Val Paulley – realizzano sciarpe di tutti i colori. Poi le appendiamo agli alberi del parco: le lasciamo lì per i senzatetto, perché ne prendano una che li riscaldi almeno un po’”. Gli abitanti di Winnipeg sono aiutati anche da un negozio di lana locale, che raccoglie gomitoli di lana e sciarpe.

“Quest’anno i nostri partecipanti più giovani sono stati due fratellini di 8 e 10 anni e il più anziano un signore di 80 anni. Io personalmente realizzo tra le 10 e le 30 sciarpe. – spiega Val – Ogni anno distribuiamo tra le 250 e le 300 sciarpe. Speriamo che la nostra storia possa ispirare altre iniziative simili: saremmo felici se altri artigiani potessero utilizzare il loro talento per aiutare le persone in difficoltà delle loro comunità”. In Canada l’iniziativa si è diffusa anche in altre città come Ottawa, Edmonton e The Pass, ma l’idea originale ha visto la luce per la prima volta in terra statunitense.

Infatti fu nel 2010 che Susan Huxley, un’esperta e appassionata di libri sul cucito originaria di Easton in Pennsylvania, ha dato il via a Chase the Chill. “Vivo vicino a Safe Harbor, una struttura che accoglie i senzatetto – racconta Susan – Quell’inverno, vidi un sacco di persone vestite troppo leggere per affrontare quelle temperature rigide. Comprai vestiti e stivali, ma volevo fare di più. Volevo fare qualcosa che desse la possibilità ai senzatetto di scegliere, di avere qualcosa senza doversi qualificare come ‘persona bisognosa”.