CAMPI DELLA LEGALITÀ: A ROSARNO I GIOVANI BONIFCANO LE TERRE CONFISCATE ALLA MAFIA

Diciotto scout provenienti dall’Emilia Romagna sono i protagonisti del campo lavoro organizzato dall’Arci Calabria a Rosarno, il cui obiettivo è quello di bonificare un sito confiscato alla ‘ndrangheta. Inserito nella più ampia iniziativa “Campi della legalità”, giunta alla sua nona edizione, occuperà i ragazzi a rassettare l’area che diverrà un parco fluviale.

“Per i giovani volontari – afferma Davide Grilletto, presidente dell’Arci reggina – sarà un’occasione privilegiata per interagire criticamente con il territorio, rielaborandone gli stimoli e i messaggi con lo spirito di chi sappia cogliere, leggere e scegliere il bello dei luoghi e delle persone”. Grilletto aggiunge: “Il campo dà opportunità per osservare le tante contraddizioni del nostro territorio ma, al tempo stesso, fa incontrare chi ostinatamente, in terra calabrese, si adopera per un’autentica sfida al cambiamento. Uomini e donne che aspirano ad abitare uno spazio di cittadinanza sostenibile e responsabile, dove l’economia, lo sviluppo, il lavoro diventino leve per scardinare l’esistente e non rappresentino invece drammi quotidiani”.

I lavori sono iniziati il 2 agosto nei locali della scuola dell’infanzia di Rosarno con l’incontro di presentazione del progetto “Mestieri Legali”. Durante il loro soggiorno nella Piana, i giovani ospiti emiliani visiteranno sia i terreni della cooperativa “Valle del Marro” che il porto di Gioia Tauro. “Questa prima esperienza dei campi di lavoro – spiega Nuccio Quattrone, presidente del consorzio “Terre del Sole” – alimenta sia lo spirito positivo del lavoro volontario per trasformare un bene confiscato in uno spazio di condivisione, sia l’attenzione che tutto il Paese deve riservare a queste dinamiche di cambiamento partendo dal basso. La presenza di questi ragazzi emiliani che arrivano da Faenza, è uno stimolo affinché altrettanti giovani calabresi vogliano impegnarsi in prima persona in questa che è una grande azione culturale, prima ancora che lavorativa”.