BRASILE, LA CORTE SUPREMA SOSPENDE IL BLOCCO DI WHATSAPP: ” VIOLA LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE”

Aveva fatto discutere la decisione del tribunale di Rio de Janeiro di bloccare l’uso di WhatsApp in tutto il Paese dopo che Facebook – che controlla la app di messaggi istantanei – aveva rifiutato di rivelare le comunicazioni tra persone indagate per diversi reati. Il tribunale aveva ordinato ai provider di telefonia mobile del Paese di sospendere il servizio e aveva ingiunto alla compagnia una multa di 50 mila reales al giorno, circa 15.625 dollari, fino a quando non non avesse fornito le copie dei messaggi richieste dalle autorità giudiziarie.

I messaggi su WhatsApp, però, a partire da quest’anno sono criptati e solo gli utenti che li hanno ricevuti o mandati possono accedervi. La società, quindi, aveva affermato di non poter assolutamente adempiere alle richieste delle autorità brasiliane, rifiutandosi di fatto di collaborare alle indagini.

Poche ore fa, però, la decisione del presidente del Supremo tribunale federale, Ricardo Lewandowski ha ribaltato la  situazione: il giudice ha decretato l’immediata ripresa del servizio di messaggistica e ha definito ”sproporzionato” il blocco imposto dalla giudice Daniela Barbosa, aggiungendo che ”la sospensione del servizio viola in apparenza il precetto fondamentale della libertà di espressione e comunicazione e la legislazione in materia”.

Non è la prima volta, in realtà, che il servizio viene interrotto su ordine del tribunale nell’ambito della disputa fra le autorità locali e il servizio di messaggeria istantanea: già a dicembre era stata ordinata una sospensione di 48 ore, revocata da una corte superiore dopo solo 14 ore. A maggio, poi, era stata decisa una sospensione di tre giorni, che è stata però interrotta dopo solo 24 ore.