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BELLI A OGNI COSTO? NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

Ogni epoca vive di contrasti, contraddizioni ed eccessi, subendo, reagendo o amalgamandosi alle conseguenze. Specie nell’età odierna, dove regnano i social network, veniamo inondati di informazioni, spesso senza alcun filtro, sui temi della salute.

L’età del “Bellessere”

Negli ultimi venti anni è come se la profezia di Orwell si fosse concretizzata, con l’avvento di internet, vero Grande Fratello, pronto ad influenzare il nostro pensare ed agire, sotto un controllo incondizionato. Controllo sempre più psicologico, che colpisce le fragilità di noi tutti. Questa volta, coadiuvata dalla dott.ssa Claudia Minenna psicologa e psicoterapeuta in Roma, affrontiamo il concetto tutto contemporaneo di benessere, che nel corso degli anni, ha assunto un significato più ampio rispetto all’idea di assenza di patologie, e quindi, uno stato complessivo di salute, fisico e psichico, tanto da sostituirlo spesso con il termine “Bellessere”. Il benessere dovrebbe essere percepito come una condizione di equilibrio tra l’uomo e il mondo, ma nella realtà, in molti casi, non è così. Nel tentativo di raggiungere quest’armonia, non sempre ci rendiamo conto di essere influenzati dalla società, nel rispondere a specifiche aspettative, dimenticando il vero nucleo di noi stessi, ovvero ciò che realmente siamo. In questa ricerca spasmodica rientra a pieno titolo il canone della bellezza, da raggiungere ad ogni costo e con ogni possibile sacrificio, per rispondere a modelli di tonicità e muscolatura, per sentirsi perfettamente integrati.

Ossessionati dall’apparire

Per questo, spesso, omettiamo di essere consumatori attenti nell’acquistare, ad esempio, cibo, integratori, e quant’altro ruoti attorno all’estetica. Non dimentichiamo, che esiste un marketing del benessere, audace e spregiudicato, che confeziona prodotti con parabeni e quanto di simile, deleteri per la nostra salute. La cattiva e scarsa alimentazione, in tutto ciò, può diventare l’anello di una catena pericolosa, perché la parola “dovere” (per essere) per troppi sta diventando termine categorico. Alienando noi stessi, dimentichiamo che la vita è anche piacere e desiderio di quello che veramente ci fa stare bene. Le conseguenze non possono che scatenare danni all’organismo, quali anoressia o bulimia, e, psicologicamente, una gran tristezza, che porta ad allontanarci progressivamente dagli altri, raggiungendo, in alcuni casi, un punto di non ritorno. Viviamo in un profondo stato di crisi, culturale e morale, una desertificazione delle coscienze, e una mancanza di educazione e rispetto. Ma ad essere maggiormente risucchiate in questo vortice, sono sopratutto le donne.

Guardando i cartelloni pubblicitari, la proposta trasmessa, è di una donna sempre in forma, bellissima, anche nel promuovere un prodotto, che poi, indosseranno o utilizzeranno donne comuni, di bellezza naturale. Eh sì, perché a parte casi particolari di modelle perfette, anche quest’ultime, viste dal backstage di una sfilata di moda, come capitato, confermano che difetti ne hanno, spesso ben celati, da una super magrezza, che in generale tutto nasconde. Non sottovalutiamo quanta mistificazione c’è nel Photoshop, accorgimento tecnico che, al computer, tende a migliorare l’immagine di un corpo, facendola risultare, non sempre vera.

Evoluzione

La dott.ssa Claudia Minenna, sulla base della propria esperienza, evidenzia quanto in tutto questo, ci sia ancora una prevaricazione tutta maschile, che porta molte donne a scelte estetiche anche estreme, confermando il ruolo secolare delle stesse, come oggetto sessuale, di piacere e seduzione. Analizzando la storia è sempre l’universo femminile che ha dovuto adeguarsi ai tempi. Nel medioevo era quello della donna pallida, nel Rinascimento erano apprezzate le figure morbide, in carne e formose, per arrivare al novecento e agli anni cinquanta con le donne dal vitino da vespa ma ancora coperte. Poi la rivoluzione degli anni sessanta con l’elogio della donna grissino e più scoperta, incarnata in Twiggy, la modella senza dubbio più importante del periodo.

La corsa alla chirurgia

Ma se pensassimo che la ricerca estetica sia sola ed esclusiva espressione di personalità deboli, faremmo un errore. Le donne in carriera si sentono spinte verso la chirurgia estetica perché il mondo del lavoro, anche più qualificato, vuole la donna al meglio, rispetto all’uomo. Cosi, se pur forti e determinate, molte cedono alle aspettative sociali per non essere defenestrate dal loro ruolo, perché anche questo accade. Se poi non passano dalle mani di chirurghi estetici seri e consapevoli non solo sono le prime a subire danni permanenti ma nei migliori dei casi, per quanto riguarda il volto, si trasformano in maschere omologate e tutte uguali. Ancora troppi uomini sottolineano alla compagna la mancanza di un fisico tonico mentre loro minimamente si pongono il problema dell’eventuale sovrappeso.

Il fattore T

Purtroppo, come confermato dalla dott.ssa Minenna, non sempre basta volere per raggiungere il peso forma, se consideriamo le disfunzioni ormonali di cui molte soffrono, che procurano non poche problematiche all’aspetto corporeo. La realtà è che il tempo trascorre, facciamo esperienze di vita che ci seguono e non siamo uguali a ciò che eravamo. E in questi casi chi non riesce ad accettare se stesso fa ricorso a psicologi e psicoterapeuti. Per questo è importante la collaborazione tra medici tra cui il/la nutrizionista, che rispettando la locuzione latina di chi più saggio di noi diceva “Mens sana in corpore sano“, rivaluta la necessità di alcuni alimenti. Molti ne eliminiamo dalle nostre tavole, pensando che ci facciano ingrassare, mentre invece sono fondamentali se combinati nella giusta maniera. Imparando ad integrarli, non risulteranno affatto ipercalorici. Eliminare, infatti, significa porre l’organismo in condizioni di sviluppare alterazioni vere e proprie, facendo ingrassare o dimagrire repentinamente.

Diete squilibrata

Uno dei grandi errori dell’alimentazione recente, dicono i nutrizionisti, è quella di eliminare il glutine a prescindere, impedendo all’organismo di sintetizzare una sostanza che in una persona sana è fondamentale. Molti pazienti, seguiti invece da psichiatri, assumono psicofarmaci che, in certi casi, sono causa di aumento di peso. Il nutrizionista diventa, quindi, figura fondamentale, e di supporto sinergico per il giusto apporto di calorie.

A chi rivolgersi

Per concludere è cosa buona fare chiarezza, con un brevissimo vademecum, anche sulle differenti figure professionali, che perseguono il benessere della persona, se pur con diverse specifiche di base.

Psicologo. Ha una Laurea in psicologia e dopo un tirocinio in strutture pubbliche o private, ha superato l’esame di stato ed e’iscritto all’ordine degli psicologi.

Psicoterapeuta. Ha una laurea psicologia o medicina, iscritto a uno dei due albi, che ha sostenuto un corso di formazione post universitaria di 4 anni. Alla base sta il colloquio clinico con il paziente è la relazione terapeutica.

Psichiatra. E’ laureato in medicina con specializzazione post laurea in psichiatria.tratta i disturbi mentali da un punto di vista medico. Puo’ essere psicoterapueta e prescrivere farmaci.

Dietologo. Il dietologo ha una laurea in medicina e una specializzazione di 4 anni in scienze dell’alimentazione. E’ un medico che può fare diagnosi, e prescrivere farmaci e diete.

Dietista. Ha una laurea in dietista, che fa parte delle lauree sanitarie triennali della facoltà di medicina. Prima della professione e’ obbligatorio superare un esame di stato. Non può prescivere farmaci.

Nutrizionista. Figura più complessa. Esercita la professione solo dopo il superamento dell’esame di stato e l’iscrizione all’albo dei biologi. Può prescrivere diete ma non farmaci.

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