Assisi, la misericordia è di casa: nasce un centro per l’accoglienza di giovani madri

Hiv

Una casa pensata per l’accoglienza di giovani madri, in precarie condizioni economiche o in forte stato di disagio sociale: questa è l’essenza della nuova “Casa della misericordia” realizzata ad Assisi, città natale di san Francesco, all’interno dei locali dell’ex convento delle suore spagnole, nel centro della città. Non è un caso che questo luogo d’accoglienza sia stato istituito nel centro umbro, terra di origine di quell’idea di una “chiesa per gli ultimi” così tanto invocata da Papa Francesco. E, sulla scia tracciata dal Santo Padre con il recente Giubileo della Misericordia, la generosità ha preso forma, andando a rinsaldare i muri portanti della chiesa cattolica la quale, in tal modo, riesce davvero a propagarsi nelle periferie esistenziali. Ad Assisi, lo scorso novembre, non è stata effettuata nessuna celebrazione particolare in occasione della chiusura dell’Anno Santo, a causa dello sciame sismico, allora ancora in atto. Ma, a distanza di poco tempo, ecco sorgere un’opera-segno, come è stata definita dai curatori del progetto, volta a garantire convivialità e assistenza, necessarie alle persone più in difficoltà. Nello specifico, a donne sole e ai loro figli.

Il lavoro della Casa della misericordia, avviato già da qualche tempo, vede la sua effettiva istituzione proprio con l’inaugurazione del 29 dicembre, partecipata dalle principali autorità della città e dai rappresentanti della Caritas diocesana, promotrice del progetto assieme alla diocesi di Assisi-Nocera umbra-Gualdo Tadino. Proprio la direttrice di quest’ultima, anche presidente della fondazione “Assisi Caritas” (altro partner realizzatore), suor Elisa Carta, si è espressa in merito all’apertura di questa nuova opera di misericordia, la quale è stata possibile “grazie alla generosità delle suore francescane, figlie della misericordia”.

Attualmente, le prime ospiti della Casa sono perlopiù donne di origine africana, qui accolte in stato di gravidanza o assieme ai loro bambini da poco partoriti, ai quali vengono prestate cure e assistenze primarie, fornendo contemporaneamente il riparo di una vera e propria casa alle loro mamme. Un impegno lodevole, che va a rimarcare il messaggio lanciato dal Pontefice a conclusione del Giubileo straordinario, quando ha invitato a “riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è accogliente, libera, fedele, povera nei mezzi e ricca nell’amore, missionaria”.