ARRIVA L’ANTROPOCENE

Il “Living Planet Report” è il rapporto biennale del Wwf che fa il punto sullo stato dei sistemi naturali della Terra e le soluzioni da avviare per condurre le nostre società verso la sostenibilità. Lo scenario che descrive l’analisi redatta nel 2016 è apocalittico: è stata registrata una perdita di biodiversità al 58% nel 2012 rispetto al 1970 per i vertebrati, con popolazioni delle specie selvatiche destinate a ridursi di un ulteriore 9% al 2020. Alcune specie sono colpite più di altre: gli anfibi, ad esempio, sono stati vittima di una drastica riduzione negli ultimi dieci anni, che nel complesso ha ridotto dell’80% la popolazione globale per il periodo considerato dal report.

Con la progressiva perdita di biodiversità e del mondo naturale, compresi i sistemi di supporto della vita come li conosciamo – avverte il report del Wwf – presto l’umanità collasserà. Dipendiamo dalla natura per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo ed i materiali che usiamo, l’economia a cui ci affidiamo, e, non ultimo, per la nostra salute, l’ispirazione e la felicità. Per decenni gli scienziati hanno avvisato che le azioni umane stanno spingendo la vita verso una sesta estinzione di massa.

Le prove evidenziate nel Living Planet Report di quest’anno confermano una tendenza preoccupante. Ma mentre il degrado ambientale continua, ci sono anche segnali di una iniziale transizione verso un futuro ecologicamente sostenibile.

Per attirare l’attenzione alla nostra situazione ambientale potenzialmente pericolosa, il Premio Nobel Paul Crutzen ed altri scienziati suggeriscono che ci sia stata una transizione dall’Olocene ad una nuova epoca geologica, che hanno definito “Antropocene”.

Nell’Antropocene il clima sta cambiando rapidamente, gli oceani si stanno acidificando ed interi biomi stanno scomparendo – il tutto ad un tasso misurabile nel corso di una sola vita umana. Il futuro di molti organismi viventi è ora in forse.

Data la nostra attuale traiettoria verso le condizioni inaccettabili che si prevedono per l’Antropocene, la chiara sfida per l’umanità è quella di imparare ad operare entro i limiti ambientali del nostro pianeta e di mantenere o ripristinare la resilienza degli ecosistemi. Il nostro ruolo centrale come forza trainante nell’Antropocene fornisce anche un motivo di speranza, è il messaggio finale del Wwf.

Come dunque non richiamare le parole del Santo Padre, nell’enciclica Laudato Sì, incentrata proprio sulla custodia del Creato? “Esiste un consenso scientifico molto consistente – scrive Francesco – che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare”.

L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano.

“È vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana”.

E ancora: “La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”.“I giovani – ha detto il Papa – esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi”. Il futuro è adesso.