Anche la disabilità in passerella per le sfilate di New York

La moda, discussa, lussuosa e capricciosa è pur sempre moda e piaccia o no, è un’efficace espressione artistica del nostro tempo, capace di lanciare appelli e provocazioni molto forti. E in questo tempo, non più snobismo, ma, al contrario apertura alle diversità. Appena conclusasi la settimana della moda, ha visto infatti protagonisti molto speciali tra gli indossatori, i disabili, che hanno quasi rubato la scena agli abiti.

L’iniziativa è in continuità con l’evento milanese “Modelle & Rotelle” promosso dall’associazione onlus Fondazione Vertical in collaborazione con FTL Moda Loving You per le sfilate tenutesi a Milano. La Fondazione impegnata nella ricerca e la cura per la paralisi e lesioni midollari porta avanti questo progetto dal 2013 con l’intento di abbattere l’esclusività del fashion a modelli perfetti. “ La sedia a rotelle deve rappresentare un’estensione dell’abito, un vero e proprio accessorio di design e non più un ausilio medico”, afferma con grande convinzione Fabrizio Bartoccioni, presidente della Fondazione VERTICAL.

Al Lincoln Center, modelle arrivate da tutto il mondo, hanno sfilato in carrozzina con grande disinvoltura e fierezza e, accanto a loro anche altre diversità, come l’attrice americana Jamie Brewer, affetta da sindrome down, che ha recitato nel film American Horror Story, ad interpretare gli abiti della stilista Carrie Hammer e il venticinquenne britannico con un arto amputato, Jack Evers. Gli abiti indossati per la passerella sono stati realizzati dai migliori designers dei brand internazionali, tra i quali Antonio Urzi, proveniente dalla scuola di stilisti come Armani e Versace, stilista tra le altre, per dive quali Beyoncé, Lady Gaga e Rihanna.