Amnesty e Human rights watch si schierano per la democrazia in Sri Lanka

Alta tensione alla viglia delle elezioni presidenziali che si terranno domani in Sri Lanka. A contendersi la presidenza, il leader in carica, Mahinda Rajapaksa e il suo sfidante, Maithripala Sirisena. Il primo aveva annunciato promesse che si sono rivelate in seguito “da marinaio”. Sotto la sua presidenza lo Sri Lanka ha visto crescere il Pil di pari passo al tasso di istruzione e al miglioramento della sanità ma anche soprusi e sopraffazioni. Così adesso si ripongono speranze, seppur con scetticismo, nell’avversario Sirisena. Dubbi dovuti soprattutto alla morsa stretta che il clero buddista e le forze militari esercitano sul governo ostacolando anche i più nobili intenti.

Il rapporto di Amnesty International ha denunciato senza mezzi termini i gravi episodi di violazione dei diritti umani ad opera delle forze di polizia e dei militari che hanno confiscato molti terreni agli abitanti delle province di Tamil. E c’è da scommettere che i dati siano sommersi, stando alle censure esercitate sui giornalisti, al sequestro di alcuni di loro. Il paese attraversa un momento delicatissimo, da un lato, rischiando di subire una dittatura e dall’altro la possibilità che si scateni una rivoluzione. L’organizzazione internazionale di Amnesty insiste perché si attuino con urgenza i presupposti per l’instaurazione di una politica democratica così da non creare situazioni di progresso a macchia di leopardo con il risultato che esistono zone ricche e sviluppate e altre sopraffatte dalla corruzione dalla forza militare.

“Le autorità dello Sri Lanka devono assumere ogni possibile iniziativa per assicurare che elettori, candidati e osservatori non siano attaccati, minacciati o intimiditi – ha dichiarato il direttore per l’Asia di Human Rights Watch Brad Adams – perchè gli attacchi che hanno segnato la campagna elettorale non possono ripetersi nel giorno delle votazioni e nel successivo processo di scrutinio”. Inoltre il responsabile di Hrw ha segnalato che il Centro per il monitoraggio delle violenze elettorali (Cmev) ha riscontrato che durante la campagna elettorale sono stati 273 gli incidenti gravi e 183 di minore importanza.