Alta tensione tra Cipro e Turchia, “guerra” in mare per il gas

La direttiva marittima “Nav Tex” è stata emessa dalla Turchia all’inizio di ottobre e il suo obiettivo, alla luce dei recenti conflitti politici tra il governo di Ankara e quello cipriota, è la definizione dei propri confini per il rilevamento di petrolio nelle acque di entrambi i Paesi. Le disposizioni, che entrano in vigore oggi ed allertano i naviganti sulla presenza di petroliere turche dal 20 ottobre al 30 settembre prossimo, avevano già indotto il presidente dell’isola Nicos Anastasiades a sospendere i colloqui con la controparte turco-cipriota per la riunificazione dell’isola. Sulla base del testo, la nave turca per le ricerche petrolifere “Barbaros” comincerà le esplorazioni entro i confini della Zona Economica Esclusiva (Zee) di Cipro nella quale il consorzio energetico italo-coreano Eni-Kogas ha avviato a settembre con l’imbarcazione di perforazione Saipem 10000 i primi test sulle riserve sottomarine di idrocarburi.

L’entrata in vigore è proprio oggi, stesso giorno in cui unità della marina militare russa armate di missili cominciano esercitazioni nelle acque antistanti le coste meridionali dell’isola come concordato con il governo di Nicosia prima che Ankara emanasse il suo Nav Tex. Tuttavia, Mosca ha mostrato interesse a sostenere la posizione di Anastsasiades a fronte della provocazione turca: Anastasiades ha incontrato il leader del Cremlino Putin a margine del vertice Asia-Europa di Milano, e il capo di Stato russo ha detto senza insinuazioni che “ogni violazione della sovranità della repubblica di Cipro è inaccettabile”.