ALLARME CLIMA, I RICERCATORI CONFERMANO “IL 2015 ANNUS HORRIBILIS DEL PIANETA”

Il 2015 è stato un anno decisamente difficile per il nostro pianeta, lo confermano gli esperti del Noaa – l’agenzia Usa che monitora atmosfera e oceani -, che hanno lanciato proprio in questi giorni l’allarme: l’anno passato è stato il peggiore per quanto riguarda innalzamento degli oceani, la siccità e le ondate di calore.

Tutti questi fenomeni, precisano gli scienziati, sono in parte dovuti a El Niño, un fenomeno che di sicuro ha amplificato gli effetti del riscadamento globale, ma che da solo non giustifica questo trend.

Tra i tristi primati del 2015 c’è quello della concentrazione di gas serra, mai stata così elevata: per fare un esempio, il livello di Co2 registrato alle Hawaii ha superato per la prima volta le 400 parti per milione, la concentrazione più alta in 58 anni di misurazioni.

Non va meglio se guardiamo alla situazione degli oceani e dei ghiacciai: il livello dei mari ora è di 70 millimetri più alto della media del 1993, stabilendo così un nuovo record. A preoccupare gli esperti anche la massiccia riduzione dei ghiacciai e l’amplificazione degli eventi di forte siccità, aumentati dall’8% del 2014 al 14% del 2015.

A peggiorare la situazione, inoltre, arrivano le drammatiche conlcusioni di un altro studio, questa volta condotto dal Politecnico federale di Losanna. I ricercatori svizzeri hanno purtroppo constatato che, se non si invertono subito i trend di inquinamento, sull’Himalaya e sulle Ande, gli effetti del riscaldamento globale saranno “invertiti”. Questo vuol dire che la catena montuosa asiatica nei prossimi decenni sarà soggetta a inondazioni sempre più frequenti, mentre la cordigliera sudamericana vedrà acuirsi i fenomeni di siccità.

In base ai modelli climatici utilizzati dai ricercatori di Losanna, da qui alla fine del secolo entrambe le aree subiranno un aumento delle temperature di circa 1-3 gradi nello scenario più “positivo”, mentre saranno 4-6 gradi nello scenario più estremo.