ACQUA BENEDETTA E UN ASSEGNO DI BENVENUTO

“La mia iniziativa è stata descritta dai media come un bonus-bebè, ma si sono sbagliati. E’ tutt’altra cosa: una dote per chi entra nella comunità cristiana”. Don Bimbi – nomen omen – che dal 2011 regala al terzo neonato battezzato della sua parrocchia un contributo in denaro, torna oggi dalle colonne di Interris.it a parlare della sua proposta “rivoluzionaria”, per fare un bilancio.

Nel comune di Staggia Senese, dunque, la felicità di una nascita può essere ancora più grande se il piccolo battezzato è il terzo. Un vestitino bianco mentre si avvicina all’altare tra le braccia dei genitori, il padrino tiene una candela, qualche vagito quando l’acqua viene versata sulla fronte: il battesimo. E, subito dopo – ma solo dopo – arriva il contributo: un bonus di 2.000 euro.

I soldi vengono donati in questa giornata, perché – spiega ancora – “è una cosa bella che un bambino entri a far parte della Chiesa! E noi lo aiutiamo così”. Poi scherza: “Beh se vogliamo delle famiglie numerose dovremo pur dare qualche stimolo!”.

Non si vuole dunque premiare solo il coraggio di fare figli – già difficile da trovare al giorno d’oggi – quanto accogliere un nuovo membro della comunità cattolica. “Quando arriva una coppia per la preparazione al sacramento, gli chiediamo quanti figli ha, così possiamo proporre il contributo. Mi è sembrato un buon incentivo e un augurio per un giorno così importante!”.

“Capita che di fronte alle difficoltà economiche una coppia rinunci ad avere un bambino – prosegue don Stefano- ecco perché pur essendo una piccola parrocchia e non avendo grosse somme a disposizione abbiamo deciso di destinare una parte delle offerte dei fedeli al bonus-battesimo. All’inizio molti non ci credevano. Nessuno però lo ha mai rifiutato, è un aiuto concreto che fa comodo quando in famiglia arriva un bebè”.

Si potrebbe pensare che la comunità possa aver “storto la bocca” di fronte a questa “selezione”, invece no: “Tutti sono stati tutti entusiasti dell’iniziativa. Spesso – racconta don Bimbi – vengono dei pensionati, che sicuramente non ne potranno più usufruire, e mi lasciano offerte proprio da destinare a questo. Ognuno contribuisce con ciò che può”.

I requisiti per ricevere il bonus, come si legge sul sito parrocchiale, sono quelli di vivere a Staggia, essere sposati in Chiesa e avere la cittadinanza italiana. C’è chi sostiene che l’iniziativa potrebbe risultare un po’ “discriminante”, ma non è così: la parrocchia ha già molte altre realtà che vanno in sostegno di tutti, “gli stranieri, i musulmani, i buddisti, i non credenti”, c’è la Caritas, un Cav (Centro di aiuto alla vita) nel quale vengono aiutate molte donne a portare avanti la gravidanza e non abortire “al 90% straniere”, ci dice. “Se avessimo più fondi daremmo il bonus anche alle famiglie non italiane – ci spiega il parroco un po’ rammaricato – purtroppo dobbiamo fare i conti con il poco che abbiamo. In futuro, magari ci riusciremo!”.

Uno schiaffo a chi crede che le parrocchie, e più in generale la Chiesa, tengano la mano tesa solo per chiedere e arricchirsi. Don Bimbi spera che ci sia la possibilità anche nei prossimi anni di proseguire con il bonus battesimo.

Dalle pagine di Interris.it parte un invito agli altri sacerdoti a proporre iniziative simili nelle proprie città, anche se in testa non ha l’idea di una rete o di strutture, perché già esistono: “Le parrocchie sono distribuite su tutto il territorio nazionale, e in un modo o nell’altro nessun bisognoso rimane inascoltato”.

Certo, l’attenzione mediatica ha portato anche qualche “disturbatore”, ci spiega, “qualcuno mi chiama già con l’intento di criticare o per mettermi in bocca parole che non sono mie”. E la reazione del sacerdote è estremamente semplice: “Visto che in casi del genere non saprei come comportarmi preferisco non rispondere alle provocazioni. Il bonus battesimo è un incentivo, non un modo per fare cittadini di Staggia di serie A o di serie B… Chi mi ha attaccato con l’intento di sbugiardarmi, beh, non ha ricevuto proprio risposta!”.

In un tempo in cui la natalità è prossima allo zero, la buona volontà di un singolo parroco diventa un incentivo per le famiglie. Un impegno che dovrebbe spettare allo Stato, impelagato invece su altri fronti, molto lontani dalla tutela del nucleo fondante di una vita.

Quanto a don Bimbi, non si può che applaudire e valorizzare la scelta fatta; troppo spesso i media mettono in risalto i sacerdoti solo per episodi negativi, che vengono riproposti all’infinito, tralasciando di accendere i riflettori sulle buone iniziative e facendo risuonare il male e non il bene. Che invece – e questa storia ne è una testimonianza – esiste e opera tra la gente.