200 ANNI A SERVIZIO DEL PAPA E DELLA CHIESA

“Fedeltà al Santo Padre e la solidarietà”. Con questi due concetti il comandante Domenico Giani, intervistato da Luca Collodi, ha voluto riassumere i 200 anni di storia del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano.

Comandante Giani, da 200 anni siete al servizio del Papa …

“Credo che sia una data veramente importante. Sono grato al Signore di poter essere, in questo momento storico, il responsabile di questo glorioso Corpo che ha una storia bellissima alle spalle, da sintetizzare in due concetti: la fedeltà al Papa e la solidarietà. Leggendo un po’ la storia di questi anni – a breve dovrebbe uscire un volume dedicato – si vede come questo Corpo, in 200 anni di storia, ha avuto proprio questi due obiettivi: fedeltà al Santo Padre e solidarietà verso gli altri. A parte i momenti, direi, più militari – la storia di questi 200 anni la conosciamo e sappiamo il ruolo della Gendarmeria sotto lo Stato Pontificio – mi piace qui ricordare questi due concetti perché, ad esempio, durante la peste che colpì l’Italia Centrale verso la fine del 1700, i gendarmi furono impegnati in prima fila, come lo sono stati oggi nei terremoti de L’Aquila e di Amatrice. Oppure durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il Vaticano e Castel Gandolfo furono il luogo, il rifugio, di tante persone – prigionieri, disertori, renitenti, ebrei ovviamente – o le ambasciate, che in quel momento storico non potevano più stare all’interno del territorio romano ma costrette a venire in Vaticano. In questa occasione i gendarmi fecero un grande servizio, anche di accoglienza sotto le direttive della Segreteria di Stato e del Governatorato del tempo. Pagine molto belle che oggi si sono ripetute, ad esempio, con l’accoglienza di Papa Francesco ai profughi. I nostri gendarmi, anche in questo caso, sono stati presenti nell’isola di Lesbo e hanno offerto il loro aiuto per far venire alcune famiglie, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, a Roma. Ed ora, sempre tornando alla solidarietà, la presenza dei nostri Vigili del Fuoco e dei nostri Gendarmi nella Valle del Tronto”.

Una caratteristica importante della Gendarmeria vaticana, riguarda proprio il servizio di Protezione Civile….

“Sì. Fu nel 2000, quando venne fatta la riforma e la nuova legge del governo dello Stato, che fu istituita la Direzione dei Servizi di Sicurezza e di Protezione Civile, al cui vertice fu posto il Comandante della Gendarmeria. All’interno di questo organismo vennero inseriti i Vigili del fuoco che, fino ad allora, dipendevano dalla Direzione dei Servizi tecnici. Per noi fu un’esperienza nuova, ma devo dire che è stata una scelta positiva, perché la difesa civile è un altro elemento molto importante. Pensiamo, oggi, con il Giubileo, quanto sia importante il servizio di Protezione civile. Certamente il terremoto di Amatrice – senza escludere tutte le altre piccole realtà coinvolte – ha fatto vedere come in Vaticano ci fosse una grande voglia, un grande desiderio immediato di aiutare. Noi siamo partiti subito perché, ovviamente, i Vigili del fuoco dovevano fare interventi immediati. La notte stessa è partita la prima squadra, mentre i gendarmi li hanno raggiunti il giorno seguente per occuparsi di altre attività. Devo dire che le Guardie Svizzere erano pronte a partire, come i Servizi sanitari del Governatorato. Tanta gente ha chiamato il Comando per offrire la propria disponibilità in qualunque modo. E’ stata fatta, inoltre, una raccolta di vestiario, di attrezzature, che verranno portate a stretto giro nelle zone terremotate. Siamo in contatto continuo con il vescovo di Rieti…”

Intanto sono tornati in Vaticano, da Amatrice, i 6 Vigili del fuoco e i 6 Gendarmi inviati da Papa…

“Hanno operato alle dipendenze dell’autorità di Protezione Civile e del Prefetto del luogo, svolgendo una grande attività – in particolare i Vigili del Fuoco – per la ricerca dei dispersi. C’è una pagina molto bella che parla del ritrovamento di una bambina. I gendarmi hanno invece svolto un servizio di controllo del territorio a fianco delle forze dell’ordine italiane, soprattutto per prevenire i fenomeni di sciacallaggio. Sciacalli che purtroppo in questi casi si manifestano sempre. I Gendarmi hanno svolto anche un’attività di controllo nell’area dove si stava costruendo la tendopoli”.

L’Anno giubilare volge al termine. Si è parlato molto in questi mesi di terrorismo islamico. Avete temuto l’azione di qualche folle?

“Direi intanto che l’Anno giubilare è partito da una zona di guerra, dove il Papa ha fatto un gesto importantissimo, un gesto di riconciliazione e di dialogo interreligioso. La visita alla moschea è stato un momento molto bello. I gendarmi hanno fatto un grande lavoro in questo teatro, proseguito poi con l’apertura della Porta Santa e tutti gli eventi che sono succeduti. È stato un anno, e tuttora lo è, molto impegnativo, bello, anche dal punto di vista spirituale per noi gendarmi. Abbiamo celebrato il Giubileo insieme alle Guardie Svizzere qualche giorno fa: un momento molto toccante dal punto di vista spirituale, un arricchimento forte. Sotto il profilo delle minacce, devo dire che i rapporti con le forze di Polizia italiane e tutto il lavoro che è stato fatto dalla Questura di Roma e dalle forze di polizia, dai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza, dai Vigili urbani, ovviamente dall’Ispettorato vaticano – che è nostro dirimpettaio, il nostro fratello più vicino da questo punto di vista, insieme alla Guardia Svizzera ovviamente, ha permesso, secondo me, un clima di grande serenità. Il popolo, la gente, ognuno di noi, è ormai abituato a sottostare a dei controlli che fanno parte del nostro tempo. Non ci sono stati episodi, non ci sono stati elementi di pericolo, di rischi, di allarme… L’Anno Santo è partito, ovviamente, con alcune preoccupazioni, vorrei dire fisiologiche in questi momenti, però sta proseguendo bene senza nessun allarme. Certamente c’è una grande vigilanza ed una grande attenzione”.

Dialogate con le forze di sicurezza dei Paesi arabi?

“Ma certo. Ormai da anni, attraverso i canali di polizia e di agenzia di informazione, abbiamo un contatto quotidiano con le Forze di polizia di altri Paesi, tra cui i Paesi musulmani. Posso testimoniare come ci sia una grande venerazione per la figura del Santo Padre. I miei colleghi di tanti Paesi arabi, del Corno d’Africa, del Medio Oriente, dell’Oriente, hanno una particolare venerazione per il Santo Padre: vedono il Papa come una figura a cui fare riferimento. Posso dire veramente come sia considerato un profeta, un uomo di pace, un uomo per il dialogo e del dialogo. Per noi è bello incontrarsi, a volte, con i capi di queste realtà, potersi abbracciare davvero come fratelli e sentirsi dire che la presenza dei cristiani in tante zone del mondo è importante”.

Domenica mattina la Messa con Papa Francesco. La sera, alle 18.00, la cerimonia per i 200 anni del Corpo nei Giardini vaticani…

“Come tutti gli anni ci sarà un intervento del presidente del Governatorato vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello. La cerimonia proseguirà con l’intervento del Sostituto della Segreteria di Stato, poi il discorso del Comandante e la lettura del messaggio del Papa. Quest’anno lo stendardo della Gendarmeria verrà decorato della Medaglia d’oro al valore della Croce Rossa. Un scelta che il presidente della Croce Rossa nazionale, l’avvocato Rocca, ha voluto fare insignendo di questa alta benemerenza, direi sociale, lo stendardo della Gendarmeria per l’attività svolta in questi 200 anni di vita. A seguire una festa alla quale parteciperanno molte delegazioni dall’Italia ma anche dall’estero, da Corea, Svezia, Libano. Mi piace definirla come una festa in famiglia, fra amici, che si ritrovano insieme per dirsi reciprocamente grazie per il servizio che facciamo. Per dire noi grazie, ai colleghi italiani e agli altri per l’aiuto che ogni giorno offrono alla Santa Sede”.

Intervista realizzata da Luca Collodi, Radio Vaticana