Tratta benignamente il tuo prossimo, nonostante i suoi difetti

Se tu non puoi divenire tale quale tu vorresti, come puoi pretendere che gli altri siano come vuoi tu? Con piacere vediamo la perfezione negli altri e intanto non correggiamo i nostri difetti.

Vogliamo che gli altri siano corretti severamente e noi non vogliamo correzioni. Ci dispiace la troppa libertà che si dà agli altri e poi vogliamo che non ci sia negato nulla di quanto chiediamo noi. Vogliamo che gli altri siano tenuti a freno con leggi e noi non sopportiamo in nessun modo di essere legati un tantino di più. Questo fa capire quanto raramente trattiamo il prossimo come noi stessi.

Se tutti fossimo perfetti, cosa resterebbe da sopportare per gli altri per amore di Dio? Ora, però, Dio ha voluto così in modo che impariamo a portare a vicenda i pesi gli uni degli altri. Perché nessuno è senza difetti, nessuno senza il suo peso, nessuno è autosufficiente, nessuno da solo è saggio a sufficienza. Ma è necessario sopportarci a vicenda, aiutarci, ammaestrarci e correggerci.

Ora, di quanta virtù sia capace ciascuno viene fuori nelle difficoltà. Perché le occasioni non rendono fragile l’uomo, ma fanno vedere quale egli sia.

RISOLUZIONI: Prendi la risoluzione di consolare, aiutare e confortare i tuoi prossimi per rendere loro più agevole l’affrancarsi dai difetti.

Tratto da un’antica edizione del 1800 dell’imitazione di Cristo