Trump, nuovo bando contro i Paesi del Medio Oriente

Il Presidente degli Usa, Donald Trump, sta lavorando ad un bando-bis che riguarda gli ingressi dei cittadini da sette Paesi: Siria, Iraq, Iran, Yemen Libia, Somalia e Sudan. Sono le stesse Nazioni a maggioranza musulmana individuati nel primo decreto, contestato aspramente da cittadini e istituzioni, anche oltre oceano, e che ha creato caos negli aeroporti. A riferirlo è il Wall Street Journal.

Un nuovo bando

La nuova versione del bando, che vieta l’ingresso ai cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana, dovrebbe essere più graduale, così da consentire a chi è già in transito la possibilità di entrare negli Usa. “Il presidente sta contemplando un decreto, al quale questa volta avrò la possibilità di lavorare”, soprattutto nella sua attuazione assicurando che “nessuno resti bloccato nel sistema mentre e’ in transito, come accaduto con il primo decreto”. E’ quanto afferma John Kelly, Segretario al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, sottolineando che i titolari di carte verdi saranno comunque fatti entrare. Si tratterà, spiega Kelly, “di un bando temporaneo mentre il governo rivede le procedure di controllo per i cittadini dei paesi nella lista”. Kelly, inoltre, si dice sorpreso per la decisione del sistema giudiziario sul bando, ma non la critica: “Non la critico, non so abbastanza di quello che pensano”.

“La sicurezza è un diritto civile”

La “sicurezza è un diritto civile, e ci batteremo per rendere l’America di nuovo sicura”.
Con queste parole Donald Trump difende il bando degli arrivi da sette paesi a maggioranza musulmana e critica la decisione della Corte d’appello di sospenderlo. Ma rilancia: “Non molleremo, a giorni arriverà una nuova misura”. Il presidente americano si spinge oltre, affermando di voler costruire “safe zone in Siria per ospitare la popolazione” fino a che il caos nelle loro città non sarà risolto. A pagarle saranno i Paesi del Golfo, “ai quali i soldi non mancano”. Tuttavia, non è ancora chiaro se il provvedimento include anche il bando indefinito ai rifugiati siriani.