Brexit, May: “Il Parlamento non può votare sulla volontà popolare”

Un voto del parlamento sulla Brexit è “da escludere”. A dichiararlo è stato un portavoce di Downing Street. Il premier Theresa May non intende concedere al parlamento britannico un voto sulla Brexit, perché si tratterebbe di una sorta di revisione della volontà popolare espressa con il referendum di giugno: “Il governo è ovviamente concentrato sul tradurre la Brexit nel miglior successo possibile, riconoscendo l’importanza di non ostacolare la volontà del popolo chiaramente espressa”, ha affermato il portavoce commentando le dichiarazioni rilasciate dal parlamentare conservatore e pro-Brexit Stephen Phillips.

Phillips aveva messo in guardia contro la “tirannia” insita nel negare ai parlamentari la possibilità di pronunciarsi sulla posizione del governo nei prossimi negoziati nel quadro dell’articolo 50 dei Trattati europei. “Naturalmente il parlamento dibatterà e vaglierà questo processo mentre si svolge e questo è assolutamente necessario ed è la cosa giusta da farsi. Ma avere un secondo voto o un voto per interpretare la volontà del popolo britannico non è una strada percorribile”, ha concluso il portavoce della sede del Primo Ministro britannico.

Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea, noto anche come referendum sulla “Brexit” (parola macedonia formata da British ed Exit) si è svolto il 23 giugno 2016 nel Regno Unito e a Gibilterra; nello specifico, si è trattato di un referendum consultivo e non vincolante per verificare il sostegno alla continuazione della permanenza del Regno Unito nell’Unione europea. Il referendum si è concluso con un voto favorevole all’uscita dalla Ue con il 51,9%, contro il 48,1% che ha votato per rimanere. Oltre al risultato risicato, il voto ha anche manifestato una spaccatura tra le Nazioni del Regno Unito, con la maggioranza di Inghilterra e Galles favorevoli ad uscire e la maggioranza di Scozia e Irlanda del Nord che hanno votato per rimanere.