Nucleare iraniano, Zarif: “La Casa Bianca è imprevedibile e inaffidabile”

“Imprevedibile e inaffidabile“. Così il ministro iraniano degli Esteri, Javad Zarif, ha definito l’America di Donald Trump nel corso di un’intervista alla Cnn durante la quale non ha nascosto la sua irritazione per le dure parole usate dal presidente Usa contro Teheran dalla tribuna dell’Assemblea delle Nazioni Unite.

Parole a cui ha già risposto in termini duri il presidente iraniano Hassan Rohani, ordinando un test missilistico che rappresenta una vera e propria sfida per la Casa Bianca. In seguito al lancio il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato un vertice per la sicurezza, considerando il test di Teheran “una provocazione al mondo intero“. Ma Zarif – come Rohani – non è un “falco”. E cerca di smorzare i toni delle polemiche. Per lui quello che conta è andare avanti con lo storico accordo sul nucleare del luglio 2015 che ha lo scopo di arginare il programma nucleare iraniano. Un’intesa raggiunta quando alla Casa Bianca c’era un presidente più dialogante come Barack Obama e la cui paternità è proprio di Zarif e dell’allora segretario di stato americano John Kerry.

“Qui in realtà non stiamo parlando di un accordo bilaterale, e nemmeno di un trattato multilaterale. Siamo di fronte a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu – sottolinea il ministro degli esteri iraniano – di cui gli Stati Uniti sono membro permanente”. Ecco perché se gli Stati Uniti dovessero tirarsi indietro si tratterebbe di una vera e propria violazione del diritto internazionale. “Quello che è importante ora per la comunità internazionale – ha aggiunto quindi il capo della diplomazia di Teheran – è potersi fidare della parola degli Stati Uniti, di poter contare su quello che è un partner di questo accordo”.

Ma il sospetto della Casa Bianca è che l’Iran oltre ad andare avanti col programma missilistico non rispetti come dovrebbe anche i limiti sul nucleare. E – sospetto ancor più grande – che Teheran faccia tutto questo in collegamento con la Corea del Nord. E a proposito della minaccia di Pyongyang, il segretario al tesoro americano, Steve Mnuchin, ha ribadito come “ogni opzione sia sul tavolo, non solo quella economica, delle sanzioni, ma anche quella militare. E il presidente Trump vuole perseguire tutte le opzioni”, ha aggiunto, sottolineando come la Casa Bianca abbia molte alternative: “Ogni decisione sarà presa al momento giusto“.