Cade la prima testa in Volkswagen

Volskwagen nella bufera per il caso delle cavie umane utilizzate nei test sugli effetti delle emissioni di gas di scarico. Il primo a pagare le conseguenze dello scandalo è il capo dell'ufficio relazioni esterne Thomas Steg, sospeso dall'azienda di Wolfsburg.

Sospeso

Il Ceo della Volkswagen, Matthias Mueller, ha fatto sapere che Steg è stato messo in aspettativa dopo essersi “assunto la piena responsabilità” dell'accaduto. Il gruppo automobilistico si è poi detto pronto a “esaminare con grande attenzione il lavoro della società Eugt, sciolta nel 2017, e a trarne le conseguenze”. 

Choc

L'Unione europea, per voce della portavoce della Commissione, Margaritas Schinas si è detta “scioccata, come chiunque altro, dalle notizie” sull'utilizzo di cavie animali (in particolare scimmie) e umane. “Prendiamo atto della volontà delle autorità tedesche di indagare sulla questione e speriamo che lo facciano”, ha spiegato, sottolineando che la vicenda “richiede un'azione urgente“. Affrontare la questione “ora spetta alle autorità nazionali” tedesche. 

Test

In precedenza Steg, alla Bild, il tabloid che ha riportato in Germania il caso delle scimmie sottoposte alle emissioni di gas di scarico negli Usa, aveva annunciato che Volkswagen rinuncerà del tutto in futuro a fare esperimenti sugli animali. “Vogliamo escludere del tutto i test sugli animali per il futuro”, aveva affermato Steg. Ben più eclatante la sperimentazione su esseri umani. Per il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas “quello che è stato riportato è scioccante. Chi ha dato il mandato per test del genere deve aver completamente perso il senso della misura”.

Difesa

Ma Helmut Greim, 81 anni, presidente del comitato scientifico dell'Eugt, ha difeso la ricerca. “È molto strano per uno scienziato leggere cosa sia stato scritto nei media negli ultimi giorni a proposito dell'Eugt e dei test sulle scimmie e sulle persone”, avrebber scritto Greim. I risultati dello studio,a suo dire, erano importanti e rilevanti, afferma secondo il giornale, ed “è deplorevole che studi del genere non si siano potuti ripetere a causa della chiusura della società”.