Visconti: “L’importanza sociale di addestrare i cani”

Il cane è aggressivo per razza o perché qualcuno ce lo fa diventare? E' cioè colpa della natura o del padrone? Per rispondere alla domanda, Interris.it ha intervistato Luca Visconti, addestratore cinofilo professionista ENCI

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“Il cane è il migliore amico dell’uomo”, recita un detto popolare. Ma lo è poi davvero? Diversi fatti di cronaca ci raccontano di cani che azzannano il proprio padrone o attaccano i membri della propria famiglia, bambini compresi, a volte con esiti infausti. Quasi sempre si tratta di razze notoriamente aggressive. Non perché i barboncini non mordano, ma perchè un pit bull o un rottweiler o un mastino quando attaccano sono in grado di fare danni molto più gravi. Che fanno notizia, specie se ci scappa il morto.

Ogni volta che accade un incidente simile, l’opinione pubblica si divide tra “pro” (cani) e “contro”: tra coloro che difendono sempre il cane incolpando il padrone di un cattivo addestramento e coloro che, al contrario, vieterebbero la vendita al pubblico di cuccioli di determinate razze, come già avviene in diverse Nazioni del mondo. La questione di fondo è però la medesima: il cane è aggressivo per razza o perché qualcuno ce lo fa diventare? E’ cioè colpa della natura o del padrone?

Per rispondere in modo approfondito evitando i luoghi comuni, Interris.it ha intervistato a riguardo Luca Visconti, addestratore cinofilo professionista ENCI, istruttore tecnico dell’A.S.D. Centro Cinofilo “Elite 88” di Fabriano e formatore cinofilo certificato.

L’intervista all’addestratore Luca Visconti

Esistono razze più aggressive di altre o è esclusivamente “colpa del padrone”?

“Partiamo da una nozione di base spesso trascurata: l’aggressività è una delle nove doti genetiche presenti in tutti i cani di tutte le razze, benché in misura diversa. L’aggressività intra specie – tra cane e cane – è naturale e deriva dal fatto che il cane domestico discende dal lupo che è un animale predatorio. In natura, nel branco, l’aggressività permette di accedere alle risorse migliori e tutelare una migliore sopravvivenza. Ecco perchè tutti i cani sono naturalmente aggressivi, anche quelli di piccola taglia. Ciò premesso, per tornare alla domanda, l’aggressività non dipende esclusivamente dalla cattiva condotta dei padroni: esistono razze canine che sono maggiormente aggressive di altre per indole naturale. Una cattiva gestione del cucciolo o del cane adulto da parte dei padroni può però aumentarne l’aggressività o indirizzarla non solo contro gli altri cani, ma anche contro gli esseri umani o il padrone stesso. E’ il caso dei vari episodi (anche tragici) riportati dalla cronaca dove animali domestici hanno attaccato i membri umani della propria famiglia”.

Quali sono le razze con un’indole maggiormente aggressiva?

“Le razze canine vengono suddivise in dieci macro gruppi di appartenenza a seconda delle similitudini tra di loro. Le razze con un’indole maggiormente aggressiva sono alcune – ma non tutte – di quelle appartenenti al gruppo 1, denominato ‘cani da pastore e i bovari’; alcune del gruppo 3, i terrier; infine, alcune razze del gruppo 5: ‘cani nordici da slitta e da caccia, gli spitz europei ed asiatici e i primitivi’. E’ impossibile comunque generalizzare. Ci sono inoltre altri aspetti da valutare oltre all’aggressività che possono trarre in inganno sul carattere di un cane”.

Quali?

“La socialità e la docilità. Bisogna fare chiarezza tra questi due aspetti che spesso vengono fraintesi o confusi. Tutti i cani che ho recuperato dopo fatti anche gravi contro gli esseri umani, ad esempio, erano estremamente sociali ma assolutamente indocili”.

Che differenza c’è tra socialità e docilità nel cane? Non sono la stessa cosa?

“Assolutamente no. Sono due doti genetiche specifiche e distinte di tutti i cani. Nello specifico, la socialità è la capacità del cane di creare un rapporto con l’uomo. E’ possibile perciò vedere cani di indole aggressiva che però si avvicinano all’uomo scodinzolando già al primo incontro perché vogliono subito creare un rapporto. Verrebbe da pensare che siano cani ‘buoni’. Ma non è detto che sia così. Perché dipende anche dalla docilità. Vale a dire la capacità innata di riconoscere l’uomo come razza superiore e dunque come ‘capo branco’ naturale. Alcune razze hanno questa caratteristica molto spiccata geneticamente; ad esempio, i labrador e i golden retriever, non a caso razze utilizzate per la pet terapy. Altre razze – tipo il malino – non riconoscono spiccatamente l’uomo come suo superiore; questo significa che, in determinate circostanze come quando il padrone dà dei comandi, possono manifestare aggressività anche contro di lui. In pratica, il cane vuole comandare e non accetta che la leadership sia del padrone”.

Quali consigli dare ai padroni di razze aggressive?

“Io consiglio di affidarsi ad un addestratore professionale già prima di scegliere la razza canina. Perchè alcune razze ad esempio non sono adatte a vivere in un appartamento, o hanno bisogni specifici, o mal sopportano i bambini specie se piccoli, o sono estremamente aggressivi verso gli altri cani o animali domestici già presenti in casa. Ciò premesso, quando si prende un cucciolo è importante evitare errori nel rapporto uomo-cane al fine di impedire che il cucciolo vada in confusione e si crei dentro di lui uno squilibrio. L’addestramento è consigliato a partire dal terzo-quarto mese di vita fino all’incirca al primo anno ed è importante perchè è nei primi mesi che il cucciolo apprende come rapportarsi con il mondo esterno. Come accade per i bambini, per capirci”.

Come comportarsi con i cani problematici?

“Quando il cane presenta dei problemi in età adulta, dopo il secondo anno di vita, potrebbe sia significare che ci sono difficoltà tra l’animale e il padrone. Sia che quel cane è nato con delle doti genetiche che poi scatenano il problema. Non sempre alla base ci sono dunque i proprietari, bensì la natura stessa. In ogni caso va fatto un percorso di recupero comportamentale. L’addestratore interviene per cercare di recuperare e ripristinare l’equilibrio del cane. Ma aumentano i tempi di intervento, i rischi alla salute per noi professionisti e, in ultima analisi, anche i costi. Per questo il mio consiglio è che ‘prevenire è meglio che curare’. Un cane equilibrato e ben addestrato non solo non è pericoloso, indipendentemente dalla razza di appartenenza, ma è una ricchezza per la famiglia che lo accudisce e una risorsa per la società. Lo vediamo nei tanti casi in cui il cane è di supporto all’uomo nel soccorso, nella sicurezza o nelle terapie in ospedale; ma anche come animale da compagnia per gli anziani o compagno di gioco coi i bambini. Insomma, il cane può essere davvero il miglior amico dell’uomo!”.