Cassano: “330 gli omicidi nel 2023, in 120 le vittime sono donne”

Il discorso e i dati presentati dalla Prima Presidente della Cassazione, Margherita Cassano, alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Immagine di repertorio. Foto: Quirinale

La Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano, è intervenuta con un discorso di apertura alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario presso la Corte di Cassazione alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Cassano: “Sforzo corale per attuazione riforme processo”

“L’anno appena trascorso ha visto l’intera magistratura sia ordinaria che onoraria impegnata nel dare attuazione alle riforme del processo civile e penale varate nel 2022. Si è trattato di uno sforzo corale animato da alta tensione ideale, da grande senso di responsabilità, da scrupolosa attenzione agli aspetti organizzativi quale componente essenziale della cultura del magistrato”. E’ quanto afferma la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione, Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario.

Cassano ha aggiunto che la “legittimazione si rinnova quotidianamente con la risposta meditata e responsabile alle domande di giustizia, la tutela dei diritti fondamentali della persona, il rigoroso rispetto delle garanzie difensive, l’osservanza del metodo del contraddittorio, l’attento ascolto delle ragioni degli altri, il costante confronto con l’Avvocatura e l’intera comunità dei giuristi, la leale collaborazione con le altre Istituzioni, oltre che con comportamenti ispirati a equilibrio, sobrietà, riservatezza”. Per la Prima Presidente di Cassazione “rendere la giustizia efficace attraverso un reale recupero di efficienza dei suoi apparati deve costituire un obiettivo di lunga durata per le Istituzioni di uno Stato moderno, anche in funzione della programmata politica di crescita e di sviluppo”.

“Superata l’ottica carcero-centrica”

“Nel settore del diritto penale sostanziale ha ricevuto regolamentazione compiuta la giustizia riparativa, è stata superata l’ottica carcero-centrica ed è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte, soprattutto per i reati di minore gravità, a privilegiare forme risarcitorie e restitutorie”.

“Permane il sovraffollamento carcerario: 62.707 detenuti e 51.179 posti disponibili”

“Permane il sovraffollamento carcerario con una presenza di 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) rispetto ai posti disponibili pari a 51.179 anche se cominciano a registrarsi i primi effetti deflattivi della riforma del 2022. Aumenta la presenza dei detenuti condannati con sentenza irrevocabile (44.174), mentre diminuisce il numero delle persone sottoposte a custodia cautelare, in attesa di primo giudizio, appellanti o ricorrenti a dimostrazione del rispetto del principio di gradualità e proporzionalità nella adozione delle misure limitative della libertà personale”.

“Preoccupa il numero delle procedure (90.120) relative ai cosiddetti ‘liberi sospesi’, ossia a persone condannate in via definitiva a pene fino a quattro anni di reclusione nei cui confronti il pubblico ministero, contestualmente all’ordine di esecuzione della pena, deve emettere un provvedimento di sospensione della stessa per consentire la presentazione di istanze di misure alternative alla detenzione. Pertanto, in attesa della presentazione delle stesse e della relativa decisione da parte del Tribunale di sorveglianza, l’esecuzione non può avere luogo – aggiunge -. A tale pendenza, già considerevole, deve essere aggiunta quella, altrettanto significativa, relativa alle pratiche già in carico agli Uffici per l’esecuzione penale esterna (UEPE), incaricati dell’istruttoria delle procedure”.

“In calo la durata dei processi, ok obiettivi Pnrr”

“Negli uffici di merito, nel settore penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello; un dato tanto più significativo ove si consideri l’aumento dei procedimenti di nuova iscrizione pari complessivamente nel 2023 a 2.447.467 rispetto ai 2.413,467 del 2022 e ai 2.423.842 del 2021 (+1,4% rispetto all’anno precedente)”. E’ quanto afferma la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario. Il numero dei procedimenti definiti è “aumentato dell’8,3% in primo grado e del 10,6% in appello. Il disposition time è sceso, in Tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente – aggiunge Cassano -. È, quindi, possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal PNRR, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado”.

Cassazione, nel penale definiti oltre 50mila procedimenti

Su un totale di 94.759 procedimenti civili (il 54,6% è in carico alle Quattro Sezioni civili e il 44,2% alla Sezione Tributaria) le definizioni ammontano a 34.793. L’indice di ricambio è salito al 141% rispetto al 121,3% del 2022. Il disposition time è pari a 1.003 giorni e registra una diminuzione di 60 giorni rispetto al 2022 e di 299 giorni se raffrontato con i dati di partenza del 2019, assunti come parametro di comparazione ai fini del PNRR. Sono i numeri forniti dalla Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario. Risultati definiti “significativi”. “Per conseguire l’obiettivo di 977 giorni fissato al 30 giugno 2026 è necessaria la diminuzione di ulteriori 26 giorni – ha proseguito -. Il contenzioso più risalente, ultrabiennale, è passato da 53.077 procedimenti del 2022 a 49.590 al 31 dicembre 2023. Dei 34.793 definiti nel 2023 circa 7.000 (pari a 1/5) risultano iscritti nel 2022, e 1.373 nel 2023. In ambito penale, pure a fronte dell’aumento del 4% delle iscrizioni (passate da 45.363 a 47.157), i procedimenti definiti sono stati pari a 50.350 con un indice di ricambio pari al 106,8%.

Le pendenze sono diminuite del 17,4% (15.125 rispetto alle 18.318 dell’anno precedente). La durata media è scesa dai 184 giorni del 2022 agli attuali 134 giorni. Il disposition time è pari a 110 giorni rispetto ai 132 dell’anno precedente e, quindi, è già inferiore all’obiettivo dei 166 giorni il cui conseguimento è fissato al 30 giugno 2026. I risultati raggiunti in entrambi gli ambiti sono tanto più significativi, ove si considerino la percentuale delle vacanze dell’organico dei magistrati pari al 23% (destinata a crescere per effetto dei pensionamenti) e la scarsità delle risorse del personale amministrativo (oscillanti tra il 32% e il 34%)”. Per Cassano “dietro l’apparente aridità dei dati si nasconde lo sforzo eccezionale compiuto da tutti i magistrati e il personale amministrativo della Corte, coadiuvati dagli addetti all’Ufficio per il processo e dai tirocinanti a cui rivolgo il più sentito ringraziamento. I carichi di lavoro della Cassazione non hanno eguali nel panorama delle altre Corti europee e richiederebbero interventi normativi per rafforzare la funzione nomofilattica”.

Cassazione: 330 gli omicidi, in 120 le vittime sono donne

“Nel periodo in esame, su un totale di 330 omicidi (in lieve aumento rispetto ai 325 dell’anno precedente e ai 308 del 2021), le donne risultano vittime in 120 casi (rispetto ai 128 del 2022 e ai 122 del 2021). In 97 casi (rispetto ai 104 del 2022 e ai 105 del 2021) i delitti sono maturati in ambito familiare o nel contesto di relazioni affettive”. E’ quanto afferma la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario. “Desta grave preoccupazione – aggiunge – il fatto che dei sette omicidi volontari consumati già nella prima settimana del 2024 tre vedano come vittima una donna. I femminicidi costituiscono spesso il tragico epilogo di reati cd. “spia”, espressivi di condotte violente (violenza privata, violazione di domicilio, lesioni, maltrattamenti in famiglia, stalking) che richiedono particolare attenzione, competenza, professionalità e tempestività d’intervento per impedire conseguenze ben più gravi”.

Femminicidi: “Centrale indipendenza economica donne”

“È altrettanto indubbio, però, che un forte impegno della Polizia giudiziaria e della Magistratura non è sufficiente e che esso deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale e sociale e da azioni di ampio respiro che coinvolgano non solo la famiglia e la scuola, ma l’intera collettività e siano in grado di incidere sulle cause generali di questa drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere. Occorre, inoltre, promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”. E’ quanto afferma, parlando dei femminicidi, la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario.

“Intollerabile che si continui a morire sul lavoro”

“Dai dati messi a disposizione dall’Inail risulta che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019)”. E’ quanto afferma la Prima Presidente della Cassazione Margherita Cassano. Nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario, la più alta carica della Suprema Corte ha aggiunto che “i dati, pur se in lieve flessione rispetto all’anno precedente, continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale cui è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari. In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”.

Fonte: Ansa