Vatileaks 3 in arrivo: denunciate nuove fughe di documenti

Nuove fughe di documenti in Vaticano. Il rischio di un nuovo capitolo di Vatileaks, riportato dall’Ansa, arriva dalla relazione presentata lo scorso sabato dal promotore di giustizia vaticano, Gian Piero Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2017 del Tribunale del Papa.

La relazione

A pagina 37, elencando le attività svolte nel 2016 dall’organo inquirente d’Oltretevere, il Pg riferisce di aver ricevuto dall’Autorità vaticana per l’intelligence finanziaria (Aif), “due denunce di divulgazione di documenti segreti”. Si tratta dello stesso reato per il quale, tra il 2015 e il 2016, si era svolto il lungo processo “Vatileaks 2”, che ha portato alla condanna (a 18 mesi) del prelato spagnolo mons. Lucio Vallejo Balda – ex segretario della Prefettura, economica e della Commissione Cosea sulle finanze vaticane – e a quella (a 10 mesi) Francesca Immacolata Chaouqui (anch’essa membro del Cosea). Con la stessa sentenza è stato, invece, assolto il loro collaboratore Nicola Maio e sono stati prosciolti – per non competenza territoriale – i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori dei libri “Via Crucis” e “Avarizia” dove erano state pubblicate le carte riservate.

Cautela

E’ ancora presto per parlare di un terzo filone dello scandalo. Il Pg Milano non lo lascia intendere, né parla dell’apertura di indagini o accertamenti. La denuncia viene dall’Aif, presieduta dallo svizzero René Bruelhart e diretta da Tommaso Di Ruzza, quindi i documenti divulgati dovrebbero riguardare ancora aspetti economici o bancari della Santa Sede. Nella stessa relazione, Milano, definisce “Vatileaks 2” un banco di prova per il nuovo articolo 116 bis del codice penale, introdotto con la legge n. IX dell’11 luglio 2013. La norma sanziona la condotta di chi  si procura illegittimamente o rivela notizie o documenti di cui è vietata la divulgazione. Viene poi prevista un’aggravante – con pena edittale della reclusione da quattro ad otto anni – nel caso in cui le notizie o i documenti divulgati concernano gli “interessi fondamentali o i rapporti diplomatici della Santa Sede o dello Stato”.

Il primo “corvo”

Il primo capitolo di “Vatileaks” è del 2012 e riguardava il furto e la diffusione (sempre a Nuzzi) dei documenti riservati di Benedetto XVI era stato arrestato e condannato, anche lui a 18 mesi, il cameriere personale del Papa, Paolo Gabriele, il primo dei “corvi”. Sulla possibilità di nuovi “corvi” in vaticano si è recentemente espresso l’ex portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in occasione della presentazione del suo libro. “Non è detto che un tema come quello di Vatileaks sia l’ultima volta che si pone – ha affermato – Dire che non ci saranno più uscite di carte e notizie è una profezia che non mi sento di fare, mi dispiacerebbe, ma non me ne stupirei. Tra l’altro è un rischio che diventa più alto in momenti in cui ci sono forti tensioni”.