Riapre al culto il santuario di Valverde

Riapre al culto il santuario della Madonna di Valverde a seguito della cessazione delle condizioni di pericolo che avevano portato alla chiusura con l’ordinanza sindacale dell’1 ottobre scorso. Immensa la gioia del vescovo del luogo, mons. Antonino Raspanti: “Non posso che gioire per la prossima riapertura al culto del santuario della Madonna di Valverde. All’indomani della chiusura mi recai personalmente sul posto per invocare la Vergine Maria ed invitare i fedeli alla preghiera ed alla fiducia. Sono lieto che mercoledì prossimo, primo giorno della novena a Maria Immacolata, presiederò con la messa la celebrazione di riapertura”.

I lavori

Come si legge in una nota, “i rilievi e le iniezioni di calcestruzzo ad elevata fluidità nella parte sottostante la navata laterale sinistra del santuario, i lavori di consolidamento del sottosuolo della piazza antistante e l’allestimento di alcune condotte esterne provvisorie per lo smaltimento delle acque meteoriche, fanno si che non sussistono più condizioni di pericolo”. Per mons. Raspanti, si tratta di “una riapertura frutto della preghiera di tanti fedeli, così come dell’impegno di tanti enti, religiosi e civili, che con lavoro sinergico hanno reso possibile il ripristino delle condizioni di sicurezza in tempi davvero molto brevi”.

I costi del restauro

“Un riconoscimento particolare – aggiunge – sento di esternarla all’Ufficio beni culturali della diocesi che ha svolto un’ottima azione di coordinamento tra parrocchia, amministrazione comunale, Soprintendenza ai Beni Culturali e associazioni locali”. Il progetto di restauro e consolidamento del santuario e dei locali annessi ammonta ad un totale di uro 406.945,71 euro, di cui quasi 285 mila saranno finanziati dai fondi 8xMille della Cei ed i restanti 122mila saranno coperti tramite la raccolta fondi promossa dalla parrocchia.

Il Santuario

Le origini di questo luogo si perdono nel mito. Secondo la leggenda, nell'ultimo periodo della dominazione araba in Sicilia, nel giugno del 1038, un viandante di nome Egidio, proveniente da Catania era diretto ad Aci. Passando per Vallis Viridis venne assalito da un brigante, di nome Dionisio. Una volta depredato il malcapitato, Dionisio stava per ucciderlo quando venne udita una voce: “Dionisio, deponi quell'arma… e cessa questa vita di brigantaggio”. La voce viene tradizionalmente attribuita alla Madonna. Il brigante non solo si fermò, risparmiando la vita al povero malcapitato, ma addirittura si convertì. La Vergine apparì altre tre volte a Dionisio. Una prima volta chiese di organizzare un pellegrinaggio insieme ai sacerdoti ed ai fedeli di Aci, per indicare il luogo dove costruire il Santuario con i soldi che questi aveva preso con le ruberie. Qui si narra che fu uno stormo chiassoso di gru volteggiante ad indicare dove la Vergine desiderava fondare la sua chiesa. Quindi una seconda volta indicò miracolosamente dove prendere l'acqua necessaria per la fabbrica. Con l'ultima apparizione avvenne il “Prodigio del Pilastro”. Era l'agosto del 1040. Si dice che mentre Dionisio era assorto in preghiera vide un raggio di intensa luce ed una nube sulla quale vi era la Madonna attorniata da angeli. Quando la visione scomparve, su di un pilastro rimase impressa l'immagine di Maria che oggi si venera.

Tradizionalmente si dice che la bellissima immagine sia divinitus formata o acheropita, ovvero non attribuibile a pennello d'uomo. L'icona oggi visibile però non è affatto attribuibile al periodo del presunto prodigio. Del brigante Dionisio non v'è certezza storica, si suppone un ex soldato dell'esercito del generale bizantino Giorgio Maniace rifugiatosi in quelle zone in seguito ad un episodio di tradimento e dedicatosi al brigantaggio. La fabbrica del santuario avrebbe avuto inizio nel 1038 e fine nel 1040. I conquistatori arabi pur tollerando la religione cristiana, non acconsentivano generalmente alla proliferazione del culto e quindi alla costruzione di nuove chiese. Per il Santuario però fu fatta una eccezione dietro pagamento di una somma. Nel 1296 venne consacrato il santuario alla presenza di Federico III di Aragona.

Il 11 gennaio 1693 il terremoto del Val di Noto distrusse il santuario, ma rimase miracolosamente illeso il pilastro con l'immagine della Madonna. A un anno di distanza, il 5 aprile, gli agostiniani scalzi si insediano tra i ruderi dell'antico plesso e ne prendono possesso. Appena tre anni dopo, il 26 aprile 1697, l'allora arcivescovo di Catania Andrea Riggio concesse ai frati l'affidamento della parrocchia pleno jure. Nel 1970, il 31 agosto avvenne un furto sacrilego nei confronti della corona che decorava l'icona della Madonna di Valverde da parte di anonimi. Solo l'anno seguente, il 22 agosto, la figura riottenne l'elemento decorativo, rifatto per l'occasione. Il 24 agosto 1990 venne inaugurato l'anno di grazia (Anno mariano) dal papa Giovanni Paolo II a ricordo del 950º anniversario dell'apparizione della Madonna al brigante.

La primitiva chiesa non venne costruita con molta probabilità prima della seconda metà del XIII secolo. È probabile che nel XVI secolo la chiesa venne ampliata a dimensioni simili alle attuali. A causa del terremoto del Val di Noto (1693) venne in parte rovinato, specie il tetto che crollò e l'abside. La ricostruzione del XVIII secolo aggiunse il porticato e sostanziali modifiche alla facciata. All'esterno da notare il portale in pietra bianca sormontato in dallo stemma dei principi Riggio. All'interno importanti sono gli altari della Madonna del Rosario, quello della Madonna del Carmine, San Nicola da Tolentino e della Sacra Famiglia. Inoltre si trova il monumento sepolcrale di Luigi Riggio Branciforte e della moglie Caterina Gravina. La Madonna di Valverde si trova nel pilastro in posizione centrale con un altare dedicato in posizione decentrata.