Mattarella: “Giudici non siano influenzati dai media”

La magistratura non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetta soltanto alla legge“. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica durante il discorso di commiato ai componenti uscenti del Consiglio superiore della magistratura e di presentazione dei nuovi. 

Credibilità e trasparenza

Per il capo dello Stato “l'attenzione e la sensibilità agli effetti della comunicazione non significa come tante volte è stato ricordato, orientare le decisioni giudiziarie secondo le pressioni mediatiche né, tantomeno, pensare di dover difendere pubblicamente le decisioni assunte”.  Per Mattarella “sono invece doverose la credibilità e la trasparenza” per l'agire della magistratura “che possano essere rafforzate anche da una adeguata comunicazione istituzionale. E' pertanto auspicabile che si prosegua nella direzione intrapresa, che appare idonea a tutelare anche i singoli magistrati da sovraesposizioni cariche di pericoli e che non si rivelino utili”.

Il ruolo

Matterella ha spiegato che “presiedere il Csm è uno dei compiti, al quale, come capo dello Stato, presto maggiore attenzione, perché attraverso di esso si realizza la sintesi individuata dall'assemblea costituente per rendere la magistrature un ordine autonomo e al contempo elemento fondamentale dell'aspetto democratico della Repubblica”. 

Il ricordo

Sempre oggi, il Presidente ha ricordato la figura del giudice Antonino Setta, ucciso dalla mafia siciliana il 25 settembre 1988. “Le sue qualità umane e professionali contraddistinsero il suo impegno nell'affermazione del primato della legalità in particolar modo nella lotta alla criminalità organizzata – ha sottolineato -. Rievocare il suo omicidio richiama il valore di quanti hanno saputo opporsi ai nemici della convivenza civile del paese, colpendoli attraverso la ferma conduzione dei processi nei confronti degli affiliati alla malavita. La statura morale di quest'uomo e magistrato rappresenta uno stimolo permanente per la crescita della coscienza civile del paese e la riaffermazione del valore della legalità nelle istituzioni e nella società. Nel trentesimo anniversario del vile attentato in cui perse la vita unitamente al figlio, desidero far giungere i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica ai suoi familiari, oltre che ai colleghi e agli amici che lo hanno conosciuto e stimato“.