Tunisia al voto, scontri e proteste pro Marzouki

Il leader del partito laico Nidaa Tounes, Beji Caid Essebsi si avvia a diventare il nuovo presidente della Tunisia, il primo ad essere eletto dopo i quattro anni dalla caduta di Ben Ali a causa delle proteste popolari. Secondo quanto già previsto da alcuni pronostici, l’attuale e provvisorio presidente Moncef Marzouki è stato battuto dall’avversario con il 55% dei voti, dati che saranno resi ufficiali tra qualche ora. I sostenitori di Marzouki sono stati fermati dalla polizia a causa della loro protesta minacciosa, le autorità hanno dovuto disperdere i manifestanti con i gas lacrimogeni.

Gli unici dati certificati sono quelli dell’affluenza alle urne, che hanno raggiunto il 59% nei confini nazionali ed il 27% all’estero. Se viene confermata l’elezione dell’anziano leader, si chiuderebbe per il Paese quel fatico processo di transizione verso la democrazia. Essebsi arriverebbe all’età di 88 anni a ricoprire la carica più alta di Stato dopo una lunga carriera come ministro degli Interni, degli Esteri e della Difesa, definendosi come erede di Bourguiba a capo della lotta per l’indipendenza della Tunisia.

Marzouki continua a negare la schiacciante vittoria e parla di un testa a testa con l’avversario, il team del politico invita le istituzioni ad effettuare i dovuti controlli per assicurare regolarità e trasparenza nella fase finale delle elezioni affinché non vengano alimentate tensioni tra i cittadini. L’impressione generale che emerge da questi ultimi giorni è che la Tunisia si stia avviando verso una nuova e importante tappa della sua storia con il compimento di un processo irreversibile guidata da un presidente della Repubblica capace di assicurare un governo stabile e democratico.