Tucci (Classe fuori Classe): “Costruire una comunità educante consapevole”

L'intervista di Interris.it a Mariateresa Tucci, coordinatrice del progetto "Classe fuori Classe" a Potenza

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Scuola (© Kenny Eliason su Unsplash)

In Italia, secondo i dati recentemente diffusi, ci sono un milione e 382 mila minori in condizione di povertà assoluta e il tasso di dispersione scolastica si attesta attorno al 12,7%, contro la media europea del 9,7%.

L’esperienza di Potenza

In Basilicata, precisamente a Potenza, grazie al progetto denominato “Classe fuori Classe”, messo in campo dalla cooperativa sociale “AppStart”, una realtà che, dal 2016, è implementing partner di Save the Children per l’attività di “Punto Luce” , sono state messe in campo diverse attività innovative per contrastare la dispersione scolastica e, nel contempo, incentivare la responsabilizzazione della comunità educante con l’intento di favorire l’inclusione a 360 gradi di bambini e adolescenti. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Mariateresa Tucci, coordinatrice delle attività progettuali.

© Ralphs Fotos da Pixabay

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Classe fuori Classe”?

“Il progetto ‘Classe fuori Classe’ nasce nel 2017 per rispondere al bando adolescenza di impresa sociale ‘Con i Bambini’. L’obiettivo è il contrasto della dispersione scolastica in un’ottica di inclusione, favorendo diversi interventi nelle scuole. In particolare, partendo dal concetto di scuola creativa, abbiamo agito nell’ottica di aumentare le competenze trasversali dei ragazzi, tra cui la socializzazione e la comunicazione, per migliorare il benessere della vita in classe. Inoltre, abbiamo introdotto un percorso di accompagnamento allo studio rivolto agli alunni con bisogni educativi speciali e con disturbo dell’apprendimento.”

Quali sono, secondo lei, le azioni maggiormente qualificanti del vostro progetto?

“Le azioni maggiormente qualificanti sono diverse. Sicuramente l’azione nell’ambito della metacognizione, il sostegno per compiti e le strategie messe in campo per migliorare l’acquisizione del metodo di studio. C’è poi l’intervento, di tipo psicosociale, sul versante della comunicazione efficace in classe. Questa azione, soprattutto dopo la pandemia, ha permesso ai ragazzi di migliorare le relazioni tra alunni e docenti ma anche tra famiglie e insegnanti. Inoltre, attraverso dei laboratori di arte urbana e contemporanea, si è dato modo ai giovani di trovare dei nuovi canali espressivi al fine di migliorare la comunicazione verbale e non verbale. Si pensi che, nelle classi dove si sono svolte queste azioni progettuali, abbiamo ottenuto i migliori risultati in termini di abbattimento del rischio di dispersione scolastica. Una ulteriore attività che ci ha permesso di conseguire ottimi riscontri sono stati i campus estivi, in cui sono stati coinvolti i giovani del ‘Punto Luce’ Save the Children di Potenza, che partecipano a diverse attività gratuite ed hanno l’opportunità di crescere e maturare dal punto di vista comportamentale, vivendo lontani dalla famiglia per cinque – sei giorni e compiendo escursioni e azioni di tipo socio relazionale, utilizzando il cellulare solamente per un’ora al giorno.”

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo futuro del progetto?

“Il format di questo progetto, nonché le sue parti che hanno avuto i migliori risultati, avranno uno sviluppo in futuro e saranno sostenuti da ulteriori fondi, in particolare dal bando ‘Coesione’ e, con molta probabilità, dai fondi del Pnrr gestiti dalla scuola con cui abbiamo collaborato. Pertanto, ci sarà la possibilità di avere un sostegno per alcuni interventi progettuali. Questa attività rappresenta un punto di partenza rispetto alla costruzione di una comunità educante consapevole sul territorio di Potenza e, in particolare, nel quartiere Poggio Tre Galli dove sono ubicati il ‘Punto Luce’ e una delle scuole che hanno partecipato al progetto”.